9 Maggio 2014

Le due facce delle tessiture pratesi: il 50% del fatturato realizzato dal 12% delle imprese e una su sei pensa di chiudere entro tre anni


Due facce ben diverse della stessa medaglia, due mondi opposti eppure così vicini. E’ questa la sitazione del comparto delle tessiture nel distretto pratese che fotografa la mappatura della filiera. Dopo le filature cardate Camera di commercio, Confartigianato, Uip e Cna hanno tastato il polso al comparto delle tessiture. Sono 346 le imprese ancora attive, più di mille gli addetti che operano nel settore, quasi 3mila i macchinari utilizzati. E’ distribuito invece in maniera nettamente diversa il fatturato: il 12% delle imprese realizza il 57% del fatturato totale, il 50% delle imprese invece contribuisce a realizzare solo l’11% del fatturato totale. Come dire: pochi fatturano tanto, molti fatturano poco. Si stima che le 346 imprese producano un fatturato aggregato di 85 milioni di euro. Il 90% lavorano esclusivamente per conto terzi e quasi esclusivamente con clienti del distretto.
Le aziende hanno in media 23 anni di attività, dal 2001 solo nate solo 10 nuove imprese. Quasi 6 imprese su 10 non hanno dipendenti.
Solo un’azienda su 5 ha effettuato investimenti consistenti in macchinari, la gran parte ha un parco macchine vecchio.
I livelli produttivi delle tessiture del distretto dal 2001 al 2012 si sono praticamente dimezzati e quasi il 15% delle imprese ritiene inevitabile la cessazione dell’attività nei prossimi 3 anni.

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