Il giallo del dipinto battuto da Christie’s a Londra: potrebbe essere pratese. Corsa contro il tempo di storici dell’arte e istituzioni della città


È un vero e proprio giallo la piccola tavoletta quattrocentesca (21.3 x 24.8 cm) raffigurante con tutta probabilità un San Giusto penitente che il 9 luglio verrà battuta dalla prestigiosa Casa d’aste Christie’s a Londra. Non se ne conosce né la provenienza, né la proprietà ultima, ma potrebbe essere pratese.

Il catalogo la presenta come opera del Maestro della Natività di Castello. Si tratta del misterioso pittore del primo Rinascimento che la recente esposizione a Palazzo Pretorio “Da Donatello a Lippi. Officina pratese” ha portato alla ribalta della critica e del pubblico, dedicandogli per la prima volta una vera e propria mostra nella mostra. Un autore raffinatissimo, di cui non si conosce con certezza il nome, la cui principale opera è la pala per la chiesa dei Santi Giusto a Clemente a Faltugnano, nel comune di Vaiano, ora conservata nel Museo dell’Opera del Duomo di Prato. È un dipinto straordinario (vedi la foto qui sotto), a cui proprio durante la mostra a Palazzo Pretorio è stata accostata la predella, divisa tra il museo di Philadelphia e la National Gallery di Londra. I 60.000 che visitarono l’esposizione pratese poterono così per la prima volta vedere ricomposta l’opera suddivisa da più di un secolo tra tre musei. Quelle piccole tavolette – la predella è una fascia suddivisa in riquadri di ridotte dimensioni che per diversi secoli ha fatto da base alle grandi pale d’altare – erano proprio dedicate alle storie dei due santi patroni di Faltugnano, Giusto e Clemente.

Ora, d’improvviso, spunta a Londra il piccolo dipinto che per l’autore e per il soggetto fa subito pensare alla Pala di Faltugnano. Tanto che il noto antiquario e storico dell’arte pratese Filippo Moretti, già consigliere dell’ex sindaco Cenni e uno dei registi della mostra “Officina pratese”, ha immediatamente avvisato la Fondazione Cassa di Risparmio e il Comune di Prato suggerendone l’acquisto.

Che sia però un pezzo mancante della pala di Faltugnano al momento non c’è certezza. Ad oggi, infatti, non c’era nessuna traccia di questo piccolo dipinto né, tantomeno, di parti mancanti alla “ricostruzione” della pala del Museo dell’Opera del Duomo di Prato. Ce lo conferma anche il direttore dei Musei diocesani Claudio Cerretelli. La stessa mostra di Palazzo Pretorio non faceva menzione di questo o di altri pezzi. Anche perché se il quadretto che verrà battuto da Christie’s fosse davvero ricondotto alla pala di Faltugnano, bisognerebbe ipotizzare – per simmetria  – che dovesse esistere, forse dalla parte opposta, un’analoga parte di predella: altrimenti la proporzione con la pala soprastante non tornerebbe.

Un vero e proprio giallo nel giallo, dunque, riguardante un pittore misterioso di cui non c’è sicurezza né del nome né della sua produzione. Eppure un grande pittore.

Ambienti della Fondazione Cassa di Risparmio di Prato confermano l’interesse a verificare la plausibilità dell’origine pratese del piccolo dipinto, interesse ovviamente condiviso dai Musei diocesani. Se così fosse potrebbe scattare la decisione di partecipare all’asta del 9 luglio per riportarlo a casa: la base d’asta, indicata dal catalogo, è tra le 30 e 50.000 sterline (37.000 – 62.000 euro circa).

Attenzione viene espressa anche dal sindaco Matteo Biffoni: “Riportare in città, se così fosse, un’opera che qui è nata – ci spiega – è un impegno importante di cultura e civiltà”. Proprio il 27 gennaio 2010 il Comune di Prato – allora era sindaco Roberto Cenni – acquistò da Christie’s una piccola ma preziosa Crocifissione dipinta dal grande Filippino Lippi: un’opera non pratese ma realizzata dall’unico grande pittore nato in città.

Ora, insomma, è una corsa contro il tempo: tocca agli storici dell’arte cercare di sciogliere il mistero del San Giusto e alle istituzioni trovare i soldi necessari. C’è tempo fino al 9 luglio.

G.R.

 

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Luka Sposy
Luka Sposy
9 anni fa

Sono d’accordo con lo scetticismo di Cerretelli, motivato dal fatto che nelle suddette predelle San Giusto è rappresentavo come Vescovo (fatto insolito perchè anacronistico rispetto alle scene illustrate): accettare il San giusto penitente varrebbe a ipotizzare l’esistenza di un corrispondente San Clemente in atto di umiltà.