26 Giugno 2014

Il procuratore Tony va in pensione: “Eretico fino in fondo: il fenomeno cinese è dovuto alla grande accoglienza dei pratesi. Non mi voglio spiegare meglio…”


Dopo otto anni a capo della Procura di Prato, Piero Tony si congeda per il raggiungimento della pensione. Il suo successore dovrà essere nominato dal Csm che già da tempo ha bandito il concorso. Il procuratore Tony è stato salutato oggi a Palazzo di Giustizia dai colleghi magistrati, alla presenza delle istituzioni cittadine, del personale amministrativo e di diversi avvocati tra cui il presidente dell’Ordine forense Galletti.
I magistrati pratesi hanno reso omaggio a Piero Tony riconoscendogli le qualità di indipendenza, autorevolezza, equilibrio, disponibilità al confronto, ma anche umanità e ironia.
La stessa ironia con cui Tony ha esordito nel suo discorso di congedo: “Ho notato una certa agggressività nei vostri interventi. Ho passato tutta la vita a farmi vedere imperturbabile e invece volete vedermi in tutti i modi con le lacerime agli occhi”.
Poi ha ricordato gli anni di Piombo quando lavorò a fianco dei magistrati Galli e Alessandrini (a cui è intitolata l’aula in cui si è tenuta la cerimonia), entrambi vittime del terrorismo e quando ricevette lui stesso minacce di morte.
Tony ha ringraziato i magistrati e tutto il personale amministrativo: “Grazie al loro sacrificio, al loro lavoro come api operaie, abbiamo raggiunto risultati lusinghieri. Pensate che nel 2006 avevamo 5 mila fascicoli definiti all’anno e adesso li abbiamo raddoppiati. E l’organico, purtroppo, è rimasto lo stesso”.
Poi ha definito Prato una realtà estremamente complessa: “È una città al bivio: la sua multietnicità da problema potrà diventare risorsa. In questo credo fermamente. Ci sono fenomeni che in parte conosco e in parte intuisco: avessi avuto altri 8 anni avrei potuto capire meglio. Voglio essere eretico fino in fondo: il fenomeno cinese è in parte determinato dalla grande accoglienza e grande civiltà dei pratesi. Non mi spiego meglio. Non mi voglio spiegare meglio…”.

Dario Zona

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