26 Giugno 2014

L’ospedale Santo Stefano si apre a tutte le religioni: firmato il protocollo d’intesa con i rappresentanti delle fedi presenti in città


Da oggi il nuovo ospedale Santo Stefano si apre a tutte le professioni religiose e le filosofie e garantisce assistenza spirituale quotidiana: firmato questa mattina il protocollo d’intesa “Ospedale plurale”, tra Provincia di Prato, Asl 4 e i rappresentanti di 17 fedi professate in città, più due che si uniranno in seguito. L’accordo disciplina l’assistenza morale al ricoverato e ai suoi familiari e la gestione dello spazio multiculto presente nel nosocomio, che verrà inaugurato il prossimo 26 settembre. Inoltre, l’accordo prevede anche un processo di formazione dei dipendenti insieme ai rappresentati delle varie confessioni, così da poter adeguare il personale alle necessità dei malati che richiedono una guida spirituale o un momento di preghiera. Un percorso utile anche per conoscere abitudini alimentari e di vita legate a particolari credi religiosi.
“Abbiamo costruito un percorso dove la diversità è una ricchezza – ha spiegato dell’assessore al sociale della Provincia Loredana Ferrara – nella nostra città ci sono 116 etnie ed è giusto che tutte si sentano riconosciute e integrate”. Insieme alla provincia e alla Asl, i firmatari sono stati: associazione Chiesa di Cristo in Prato, associazione Chiesa Evangelica Cinese, associazione Pakistana Comunità in Prato Onlus, Chiesa Apostolica in Italia, Chiesa Cristiana Victoria, Chiesa Adi Mez (Assemblea di Dio in Italia Missione Evangelica Zigana), Chiesa Cristiana Evangelica delle Assemblee di Dio in Italia, Chiesa di Cristo, Chiesa di Dio Pentecostale Movimento Internazionale, Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni, Chiesa Parola della Grazia, Christian Apostolic Church of God, comunità Bahai, Comunità Ebraica, Eglise Baptiste du plein evangile, Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai e Unione degli atei e degli agnositici razionalisti (UAAR). “Questa è una tappa fondamentale del progetto Ospedale plurale – ha detto Claudio Sarti, direttore Staff direzionale del nuovo ospedale – e rappresenta un caso unico nel suo genere. Abbiamo in programma il 4 dicembre un convegno per presentare la nostra esperienza di accoglienza e integrazione della multiculturalità, che speriamo possa avere portata nazionale”. Sebbene non firmataria, è partner del progetto anche l’associazione Centro per i diritti del malato – Cittadinanza attiva.

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alfio
alfio
9 anni fa

Ma se io vado laggiù… perchè NESSUNO si apre alla mia religione? Siamo veramente avanti, dovremmo esserne davvero contenti.

Il pratesaccio
Il pratesaccio
9 anni fa

Il crocefisso deve rimanere assolutamente!!!!!

Pippo El Primero
Pippo El Primero
9 anni fa

Ma le provincie non dovevano sparire? Ancora dobbiamo sorbirci questa gente……poerannoi.