15 Luglio 2014

Chiusura di posti letto al nuovo ospedale, la Cgil punta il dito contro l’organizzazione del personale


“Concordiamo che per far ripartire l’Ospedale ci sia la necessità di potenziare il Territorio e che questa strategia possa dare risultati nel tempo ma, ad oggi siamo ormai arrivati al piano che prevede la chiusura di 88 posti letto, ed è difficile che in caso di necessità si possano risolvere le problematiche che già emergono giornalmente”. E’ la posizione della Cgil sulla questione nuovo ospedale e mancanza di posti letto.
“E’ vero, il pronto Soccorso va bene ed è, per di più uno dei migliori se non il migliore della Toscana. Negli ultimi anni, le statistiche stilate dall’Istituto Sant’Anna, lo vedono in cima alle graduatorie per le performance, ma un trend preoccupante sta facendo capolino tra i numeri: l’attesa dei pazienti da destinare ad un posto letto è sempre maggiore e arriva addirittura a superare le 7 ore di media, con picchi fino a più di 20 ore, rispetto alle 2 registrate nel vecchio nosocomio – prosegue la nota del sindacato – Questo può significare soltanto che c’è una situazione di alto rischio e, anche se il personale è presente in buon numero e di elevata caratura, in un contesto difficile di 300 accessi quotidiani in fase iperacuta pensare che si possa erogare contemporaneamente l’assistenza alle persone in attesa di ricovero che hanno bisogni, che stanno in una barella stretta, che devono mangiare e bere, essere mobilizzati, medicati, ricevere la terapia, che espletano le loro normali funzioni corporee, è sempre più gravoso e difficile, e riteniamo che in un simile contesto sia molto più elevato il rischio per un operatore di sbagliare e non fare la cosa giusta.
E’ certo che, in una condizione ipotetica in cui le funzioni territoriali siano a pieno regime e che tutto quello che è stato pianificato vada a buon fine, il potenziamento del nostro Pronto Soccorso possa ritenersi superfluo, ma la condizione attuale di carenza di posti letto, mette in luce delle criticità importanti: sempre l’Istituto Sant’Anna ci dice che la nostra ASL è la peggiore per il numero di persone dimesse che rientrano in ospedale per lo stesso problema, e questo indice ci dà un idea di quanto, in realtà, stiamo già spingendo la nostra macchina”. La Cgil tira in ballo la gestione del personale.
“C’è bisogno di più, non si può pensare che per fare le ferie si debbano chiudere quasi 90 posti letto di un ospedale che gira già ad un regime accelerato, ed è inconcepibile che non si possano fare le ferie, non si deve accettare che, una Pubblica Amministrazione moderna non riesca ad organizzarsi per garantire con i 1100 Infermieri e i 300 O.S.S., la necessaria assistenza per far fronte ai circa 600 posti letto. Siamo coscienti del fatto che alla situazione odierna si sia arrivati per più strade, ma adesso non si può più demandare ad altri la responsabilità dell’azione, la dirigenza di questa Azienda deve decidere di dare una svolta decisa – prosegue il sindacato – Seppur per più fattori, l’organizzazione del personale di questo ospedale fa acqua da tutti i buchi. Gli Infermieri ci sono e quelli che prestano la loro opera vicino al cittadino sono sempre gli stessi, nelle Medicine, nelle Chirurgie, come nel Pronto Soccorso e negli altri settori. Valorizzare la dirigenza vuol dire ridurla in numero giusto e di miglior qualità, questo porterà sicuramente a svolgere meglio le attività, e quindi benefici a tutti, di questo ne siamo certi”.

 

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