14 Novembre 2014

Controlli ispettori regionali nei capannoni, Milone: “L’obbiettivo è normalizzare l’illegalità cinese”


All’indomani del bilancio dei primi due mesi di attività dei 50 ispettori del lavoro assunti dalla Regione per aumentare i controlli nei capannoni cinesi, l’ex assessore alla sicurezza Aldo Milone torna a contestare modalità e risultati delle ispezioni. Il consigliere di Prato Libera & Sicura cita il numero ridotto di sequestri effettuati dagli operatori della Asl, rispetto a quelli portati a termine dal gruppo interforze. Secondo Milone, si tratta di un modo per “normalizzare l’illegalità cinese” e fare di Prato la “capitale d’Italia del lavoro nero legalizzato”. L’ex assessore chiederà al prefetto di procedere con l’impiego del gruppo interforze al controllo delle ditte già ispezionate dalla Asl, per rilevare altri profili di illegalità, quali lavoro nero, evasione fiscale e presenza di immigrati clandestini. Di seguito l’intervento integrale di Milone.

“La Regione ha presentato un nuovo report sull’attività degli Ispettori dell’Asl impiegati nel contrasto all’illegalità cinese. Da questo report emerge che su 152 aziende controllate ci sono stati solo 32 sequestri, fatti tra l’altro quando hanno operato insieme al gruppo interforze. Quando questi Ispettori operano da soli al massimo vengono a galla solo lievi infrazioni e quindi vengono comminate delle semplici prescrizioni. Risultati completamente diversi emergono dai controlli del gruppo interforze, sequestro dell’immobile per la presenza di dormitori, lavoratori al nero e ritrovamento di clandestini. La diversità dei risultati è sotto gli occhi di tutti, come è dimostrato dalla recente scoperta di una piccola cittadella con annesso mini-albergo di circa 150 posti letto in un immobile. Ormai mi sembra chiaro che si vuole normalizzare l’illegalità cinese, ovvero rendendo legale l’attività di chi, in maniera spudorata, opera in violazione ad ogni disposizione di leggi. Come già ho avuto modo di dire, verrà consegnata ai titolari delle ditte controllate dagli Ispettori una patente di legalità. Il presidente Rossi,con l’aiuto del sindaco Biffoni, oltre a farci ingoiare l’ampliamento della pista di Peretola, sta facendo la stessa operazione con il distretto “parallelo” cinese. I controlli di questi Ispettori faranno sì che Prato, forse mancava quest’altro primato, sarà anche la capitale d’Italia del lavoro nero “legalizzato” e sono pronto a dimostrarlo con i fatti. Il motivo è di una semplicità disarmante. Le ditte controllate dagli Ispettori dell’Asl sono esenti dal controllo da parte del gruppo interforze, di cui fanno parte gli Ispettori del lavoro preposti al controllo di lavoratori al nero nelle ditte, e, poiche questi Ispettori non hanno la competenza in materia, le ditte da loro controllate sfuggono completamente a questo tipo di verifica. A questo punto chiederò di nuovo al Prefetto di procedere al controllo di queste ditte con l’impiego del gruppo interforze. Questa “anomalia” è emersa, tra l’altro, in maniera chiara nel processo in corso per il rogo del 1 dicembre scorso, ove morirono 7 operai cinesi. Pertanto ritengo che Prato non abbia bisogno anche di questo primato nel campo del lavoro nero e non si può sottacere di fronte a questo grave fenomeno”.
Aldo Milone
capogruppo Pls

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massimo
massimo
9 anni fa

Quando le Istituzioni non si parlano ci vanno di mezzo i cittadini…quelli onesti. Penso che Milone abbia ragione, manca la volontà politica di effettuare dei controlli efficaci, veritieri e non parziali.

centro studi prato 2.0
centro studi prato 2.0
9 anni fa

i controlli vengono fatti e il principio dell’emersione ci pare coerente con il presupposto di far si che le ditte cinesi debbano rispettare le leggi e le regole presenti in una comunita. Cio’ porterà a far s che paghino le tasse ( imu, tari, tosap, cosap, imposte dirette e indirette) al fine di superare questa problematica