19 Novembre 2014

Sanità, Bosi (PD): “A breve un incontro con l’assessore Marroni per valorizzare il ruolo di Prato nell’area vasta”


“La riorganizzazione del sistema sanitario regionale può essere un’opportunità, ma è necessario far presente alla Regione le esigenze del nostro territorio che aspettano ancora una risposta e mettere in risalto le potenzialità che, grazie alle proprie eccellenze nel campo della salute, Prato può offrire per tutta l’area vasta. Porteremo a breve le nostre riflessioni direttamente all’Assessore Marroni in un incontro che abbiamo fissato”. Queste le parole del segretario del PD pratese, Gabriele Bosi, in merito all’annunciata riorganizzazione del Sistema sanitario regionale – con conseguente riduzione del numero delle Asl – e con la nomina del Direttore della Società della salute di Prato.
“L’area provinciale necessita di una profonda riorganizzazione dei servizi socio-sanitari territoriali, per rispondere alle sfide ed alle opportunità della nuova struttura ospedaliera – spiega il PD pratese – Per questo i progetti già elaborati e mirati al sostegno ed al rilancio del nostro territorio devono essere adeguatamente sostenuti e finanziati. E’ importante più che mai che si affronti una fase di riflessione e consultazione dei territori, per evitare il rischio di una ulteriore centralizzazione e depotenziamento delle realtà locali”.
“Apprezziamo molto l’idea di spingere verso la costruzione delle reti ospedaliere e territoriali, ma siamo anche convinti che la semplice riduzione del numero degli enti, non accompagnata da una analisi approfondita dei risparmi effettivi, delle risorse, dei servizi e delle attività presenti, possa pregiudicare l’obiettivo di razionalizzazione e di migliore organizzazione del Sistema sanitario regionale. Il ruolo e gli equilibri di una riforma così dirompente – prosegue il PD – non possono prescindere dall’analisi delle ricadute effettive in termini di offerta sanitaria, né dalla definizione di precise funzioni, all’interno del sistema sanitario toscano, di ogni realtà locale coinvolta. In questo caso, pur senza alcuna velleità campanilistica, ci preme ricordare la posizione geografica centrale di Prato in un macro sistema di area vasta che la renderebbe adeguata a svolgere, anche in virtù della presenza di una struttura ospedaliera nuovissima, un ruolo di primo piano, rilanciando i servizi territoriali e sostenendo i servizi sanitari ospedalieri di eccellenza attualmente presenti”.

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centro studi prato 2.0
centro studi prato 2.0
9 anni fa

Nell’incontro di ieri alla presidenza della regione tra i tanti argomenti abbiamo affrontato anche quello della razionalizzazione con tre asl. Abbiamo detto chiaramente che Prato ha una peculiarità rispetto alle altre province ovvero una grossa comunita cinese che non contribuisce sufficientemente al costo del carico sanitario che si concentra in questa area e pertanto della cosa la regione si deve fare carico. Inoltre i 4 nuovi ospedali devono trovare al piu presto una forma di coordinamento.Oggi valuteremo con l’assessore biancalani con la coordinatrice del gruppo Cristina Tacconi alcune peculiarità su prato.
In particolare il centro studi prato 2.0 ha trasmesso alla regione il suo programma sulla sanità e sociale e ritiene che Il problema della sanità a Prato riguarda il sistema di rete dell’offerta e il sistema delle strutture esistenti..In particolare ritenamo che ci siano alcuni problemi:

1)ospedale s.stefano deve essere in rete con gli altri ospedali per specificità con una visione complemetare della soluzione dei problemi di ordine sanitario
2)dobbiamo creare una mappatura degli enti di volontariato assistenzialismo, dei privati, e dei servizi sociali sul territorio per creare poi un tavolo con associazioni anziani, asl, assessorato, con l obiettivo di creare un centro di riferimento e coordinazione (il numero verde dovrebbe partire) che veda partecipi ministero e fondi europei per un progetto a lungo termine visto che il sociale e’ determinate per il sostegno del sanitario in ogni provincia toscana e che il sociale nostrano ha dei costi inferiori di 5 volte rispetto al costo del volontariato ( per esempio) siciliano.
3) Ci sono problemi anche contingenti da risolvere subito quali: -Fino alle 4 non ci sonoTraporti da ospedale a domicilio e per visite hanno costi troppo elevati. Nuova rete anche privata o pubbliche di accompagnamento a costo contenuto da rivalutare.
-Spingere l’ asl ad instaurare la possibilità per il malato di ritirare mensilmente le terapie croniche in farmacia (tramite carta elettronica ) senza bisogno della ricetta medica tutte le volte.
-partito il progetto odontoiatrico pubblico in coop con il provato e asl per le terapie d’urgenza e bonifiche orali: auspicabile immediato decollo
-Creare uno sportello gestito da personale medico che si faccia carico dell’accettazione (e respingimento) di visite mediche specialistiche prioritarie (urgenti) per un controllo unico finale da parte dell asl sulla spesa e sulle code senza dover stare a richiamare ogni singolo medico di famiglia.
-Creare un ambulatorio per extracomunitari(ad oggi vanno tutti al ps o chiedono visite di favore ai mmg senza essere coperti dal ssn) mirato per patologie specifiche, per problemi di lingua.
– superare una serie di difficolta relative alla struttura ospedaliera sia in ordine alle carenze edilizie sia in ordine al personale impegnato, sia alla sua utilizzazione

Inoltre riteniamo decisivo utilizzo del vecchio ospedale: acquisto strutture meno padiglioni e vecchio ospedale che andrebbero all’asl per utilizzo sanitario sia per utilizzo come polo oncologico ma anche a fini diversi; demolizione a carico regione delle strutture anni 70; collocazione del mercato ortofrutticolo coperto stile barcellona con spazio verde attrezzato ridisegnando a completamento l’area che a questo punto dovrebbe essere rivista come sottozona includendo nell’intervenfo la corte genova, la sede della polizia municipale, i macelli e piazzale ebensee
esistono poi problemi quali parcheggio gratuito almeno in una fascia oraria legata alla visita ai pazienti; scarsa integrazione dei servizi a prato; scarsa integrazione tra reparti e poca capacità di dialogo per affrontare problematiche sanitarie in modo correlato: si sente la mancanza dell’università che e’ sempre uno stimolo all’approndimento; urp potrebbero sul territorio dare risposte anche di ordine amministrativo.sanitario ai fini della razionalizzazione: servizio da integrare con il servizio civile con giovani preparati e laureandi in materie di profilo sanitario: questo consentirebbe ramificazione di territorio; il problema e’ il territorio che non si e’ attrazzato per accogliere un ospedale per intensità di cura: e’ necessario far partire sul territorio la casa della salute e tutto ciò che e’ legato ad una diversa articolazione di assistenza primaria..serve un imput vero alle cure intermedie ad oggi insufficienti per prato; maggiore raccordo tra scuola infermieristica e ospedale

Idea

Il collegamento tra le azioni di volontariato in citta’ e le strutture sanitarie e sociali deve avere maggiore seguito.. e’ preciso interesse della parte pubblica creare una rete di opportunità con risorse mirate in base ai servizi che l’associazionismo offre a copertura di una serie di problematiche che altrimenti il servizio socio-sanitario non saprebbe come gestire

Sulle politiche sociali connesse con il sanitario il centro studi ritiene che la la rete del volontariato nella nostra città sia (per fortuna) molto articolata e partendo dal piccolo associazionismo intorno al cesvot, le misericordie/pubbliche assistenze/croce d’oro.. ecc possiamo dire che le stesse garantiscono una ottima copertura ai bisogni crescenti socio -sanitari e che L’Ente pubblico da solo non è in grado di garantire..
Infatti la crisi di Prato in capo economico porta come prima conseguenza una problematica sociale non indifferente. Lo stesso cambio delle ore lavorate e i conseguenti ritmi di lavoro, creano difficoltà di impatto sociale considerevole verso tante persone minando operai e classe media.
La stessa rete del volontariato e’ minata da tale emergenza visto che non e’ pronta a tale impatto…pensiamo ai servizi di pasto caldo, alle emergenze abitative e alla rete di assistenti sociali non piu sufficienti a coprire le grandi difficolta di cui sopra unite da una mole rilevante di estracomunitari presenti nel territorio.

Altro elemento importante riguarda l’invecchiamento della popolazione per il quale la rete sociale di protezione non e’ piu sufficiente ad affrontare le tante tematiche a riguardo

RETI DI VOLONTARIATO E TERZO SETTORE IN CITTA’
in città ci sono numerosi spazi di partecipazione legati al terzo settore ; Questi spazi risultano frammentati e spesso non viene compresa la vera utilità:

Forum del terzo settore, tavolo sulla disabilità; comitati di partecipazione dell’SDS; consulta del terzo settore dell’SDS; salute partecipata dell’Usl 4. comitato artecipazione Usl 4.Prato Forum della provincia per tematiche settoriali.

IDEE CONCRETE : Il comune deve dar vita a tavoli operativi con obiettivi chiari che si traducono in azioni concrete per il territorio:
– Lavorare sulla progettazione europea per le disabilità e sulla salute mentale;
-Lavorare a progetti europei sugli anziani .

1) Istituire le “ Botteghe della salute” (pensate dalla regione per i piccoli comuni) ma che possono essere collocati nelle periferie per dare risposte ai bisogni dei cittadini.
le “botteghe della salute” possono essere un luogo di riferimento e coordinazione,costruite e pansate insieme al terzo settore dove il cittadino può trovare risposte ai bisogni socio-sanitari sempre più emergenti come per Esempio :

interventi domiciliari socio-sanitari di aiuto alla persona (Assistenza Domiciliare
Sociale);
inserimenti in strutture semiresidenziali per adulti disabili o anziani;
inserimenti temporanei in residenza (RSA);
collaborazione con FIL per inserimenti lavorativi
inserimenti socio-terapeutici del Comune per disabili non altrimenti collocabili
trasporto sociale
Progetti Regionale “Vita Indipendente”
Progetti Regionale “Contributi per malati di SLA”
IL comune eserciti un vero ruolo di coordinamento, che è faticoso, ma che potrebbe aiutare nel medio lungo periodo….a trovare soluzioni per migliorare la qualità della vita dei soggetti
con non autosufficienza/disabilità e delle loro famiglie.
2) creare un coordinamento vero per Migliorare l’informazione e l’accoglienza di tutti gli utenti che si rivolgono ai Punto Insieme, al Segretariato Sociale e dalle dimissioni ospedaliere. Facilitare il dialogo tra famiglie portatrici dello stesso problema e fra queste e i vari Servizi presenti sul territorio.
Tutto questo per far sì che possano aumentare le prese in carico di situazioni gestite a livello domiciliare ( che alla fine costano meno..) rispetto all’uso intensivo di servizi…come RSA, case famiglie ecc

ASSITENZA E INTEGRAZIONE SOCIALE
1)verificare la mappatura delle associazioni e delle realtà del terzo settore sul territorio che si occupano di assistenza alla terza età.
2)creare un tavolo di confronto fra assessorato al sociale, enti di volontariato, associazioni di servizio e terzo settore per comprendere le evoluzioni sul tema.
3)Si intende stilare un programma di interventi a sostegno delle politiche di prevenzione e promozione della salute (es. alcolismo, ludo patie e droghe leggere), stimolando l’amministrazione a valutare il risvolto etico e economico per i circoli sociali e culturali e abbattere l’utilizzo delle slot machine ( vedi punto del programma specifico a regole punto 4).

idea
Istituire un volontariato laico con finalita’ civiche indirizzate al miglioramento di città e provincia e al rafforzamento di una coscienza sociale.
ovvero
Banca ore: Le ore e le attività svolte dai volontari saranno registrate e su richiesta certificate per poter essere inserite nei CV dei volontari. Su richiesta dei volontari i loro nominativi e CV potranno essere accessibili ad eventuali richieste di lavoro regolarmente retribuito.( colloquio squittieri) Problema assicurativo se minori da parte delle associazioni

Upgrade del volontariato a Prato al fine di migliorare la realtà socio assistenziale.
Il percorso si presuppone di aumentare il numero dei volontari presenti nelle realtà di associazionismo, in particolare nell’ottica di creare una rete più articolata di questi ultimi sulle problematiche socio-assistenziali (terza età e disabili in particolare).
Idee concrete:
1)creare delle interrelazioni tra enti di volontariato e scuole superiori (mediante responsabili comunali della cultura e del sociale quali catalizzatori tra le due realtà)che permettano di istituire un numero minimo annuo di incontri nelle strutture scolastiche tra studenti e formatori/centri di formazione di volontariato.
2) Creare quindi una rete di iscrizione ai corsi di formazione di volontariato che siano agevolati dalle scuole stesse, mediante modulistica gestita dagli insegnanti in primo filtro, e che prevedano una maggiore assegnazione di crediti formativi agli studenti.

3) Creare una manifestazione cittadina annuale ad hoc per sponsorizzare il volontariato a prato, che veda partecipare in primis le scuole superiori, am aperta anche al resto della città. Tale manifestazione potrebbe prevedere numerose esercitazioni di soccorso, di protezione civile, e dibattiti su ampia scala.

4)Richiesta di incremento da parte del volontariato del territorio pratese sull’assistenzialismo e problematiche socio-sanitarie, sia nelle strutture di intervento che di formazione delle associazioni, prevedendo la partecipazione, come formatori e gestori delle stesse, di personale qualificato pubblico (servi sociali).

Creare numero verde e sportello unico sull’esempio di Bolzano
Creare un servizio di rete tra enti di volontariato, servizi pubblici e privati e cooperative sociali che faciliti l’accesso all’informazione e all’utilizzo degli stessi mediante un numero verde e un ufficio/spotello di ascolto capace di inquadrare e indirizzare le esigenze e problematiche socio assistenziali del territorio (terza età e disabili).
Idee concrete:

1)Informarsi sulla possibilità di accedere a fondi europei che possano permettere la creazione di questo servizio, tenendo presente che questo tipo di iniziativa è già stato finanziato per diversi anni nella provincia autonoma di bolzano mediante il “Fondo sociale Europeo” nell’avvio e nel sostegno . (vedi sito internet http://www.aziendasociale.bz.it/documenti/pubblicazioni07.pdf )

2)aprire un tavolo di discussione con gli enti di volontariato per iniziare a porre le basi sulla volontà di affrontare questo progetto.

Cambiare la mentalità e le aspettative della città (e dell’Italia) sul concetto di assistenzialismo socio-sanitario

L’attuale realtà per coloro che necessitano un’assistenza continua o parziale (terza età e disabili), vede come soluzioni dominanti una rete privata di badanti a tempo pieno, una rete di rsa, un sistema di assistenza sociale pubblica affiancata da cooperative, onlus e altre piccole(non nel merito ma nelle dimensioni del personale) realtà di volontariato. Sull’esempio di altri paesi europei noi crediamo, attraverso le idee descritte nei paragrafi soprascritti, di avere l’obbligo morale di ripensare e spingere ad una evoluzione del sistema attuale.
Quindi:
– Aumentare il numero dei volontari per le politiche socio assistenziali;
– Creare un sistema di formazione e di gestione del personale di volontariato gestito da personale con esperienza in campo socio assistenziale con creazione di nuovi posti di lavoro all’interno dell’associazionismo per un’ottimizzazione e un’evoluzione qualitativa . Tale sistema dovrebbe prevedere sostegni quali: accompagnamento, compagnia, supporto organizzativo per piccoli problemi tecnici casalinghi, supervisione dell’igene dell’ambiente e del soggetto interessato, segnalazione problemi, preparazione e consegna pasti, supporto allettamento in piccoli periodi di malattia. Ecc. ecc
– Incentivare la crescita del settore socio-assistenziale del volontariato attraverso dei ticket, da pagare a sceconda delle diverse fasce di reddito, per le prestazioni erogate dall’associazione, così da garantire (come nel caso dei trasporti), un fondo necessario al sostegno retributivo di personale necessario alla formazione e gestione dei volontari all’interno delle associazioni stesse.
– Incentivare attraverso un centro di informazione, coordinazione, e assegnazione di assistenza (numero verde/sportello) l’evoluzione di agenzie di reti private di badanti, e quindi una promozione alla selezione e alle garanzie del e per il personale badante stesso, nonché alla sua gestione nei rapporti con famiglie, ferie, pagamenti, assicurazione, malattia e sostituzione in caso di necessità.
– In un quadro più evoluto sarebbe quindi auspicabile la comparsa sul territorio di nuove agenzie di gestione badanti part-time a costi contenuti, il tutto ovviamente mediante un accordo futuro tra ministero del lavoro e delle politiche sociali e sindacati che permetta l’abbassamento delle soglie di retribuzione forfettaria in questo tipo di lavoro, tenendo conto che nel periodo di crisi attuale anche piccole cifre per poche ore a settimana potrebbero aiutare molto persone in stato di povertà, sia nel sostegno economico che nella loro formazione/rivalutazione professionale, riducendone anche il rischio di degrado/depressione e malattia.