13 Dicembre 2014

Disabilitati i badge al cimitero di Chiesanuova, adesso la sbarra viene aperta dagli uffici. La denuncia: “Più disagi per gli invalidi”


“Il cimitero di Chiesanuova non è più a misura di disabile”: è il timore di Anna, una nostra telespettatrice e abbonata al settimanale diocesano Toscana Oggi, che ha pubblicato nel numero di questa settimana una sua disavventura: “Ho la chiave magnetica – ci racconta – per poter alzare la sbarra e entrare dentro il cimitero di Chiesanuova, uno dei più grandi della regione, con l’automobile. Una possibilità data a chi non può arrivare a pregare per i propri defunti autonomamente”. Questo almeno fin quando non hanno cambiato le modalità di accesso: adesso, invece che con il badge, le persone devono suonare un apposito campanello degli uffici, che permettono l’accesso. “Il problema – continua la signora Anna – è che non ero stata informata di questa variazione, e una volta ho rischiato di rimanere chiusa dentro. Inoltre vorrei capire se, nei giorni non di servizio tipo la domenica o i festivi, è possibile per i disabili entrare al cimitero”. Oltre a questo, il campanello è stato installato alla colonna d’entrata del cimitero, quindi in uscita appare più complesso poterlo suonare.
A spiegare le ragioni di tale cambiamento e chiarire la faccenda è proprio Gerarda Del Reno, dirigente dei servizi cimiteriali del Comune di Prato: “In realtà sono due anni che non distribuivamo più la chiavetta magnetica per poter entrare – spiega Del Reno – e la decisione di installare un citofono, collegato agli uffici, è derivata dai vari disagi derivanti dall’uso del badge: spesso il cimitero si trasformava in un parcheggio dalle tante macchine che entravano e, inoltre, molti passavano il proprio badge anche a parenti e amici che non ne avevano il diritto”. In pratica, spiegano dall’amministrazione che la decisione di modificare le modalità d’accesso è derivata proprio dalla necessità di normalizzare il transito delle auto, cosa “necessaria – secondo Gerarda Del Reno – anche perché, nei momenti di grande afflusso, il transito delle automobili nei viali interni creava situazioni di pericolo”. Secondo i servizi cimiteriali non ci sono maggiori difficoltà di accesso per gli utenti disabili: “Anche nei giorni festivi c’è sempre un operatore all’interno del cimitero – spiega ancora la dirigente – che ha il compito di alzare la sbarra e far passare le persone con disabilità che suonano al citofono. Non solo non credo che il servizio sia peggiorato, ma forse è anche migliorato: in questo modo possono usufruire di questa agevolazione anche i disabili temporanei o le persone particolarmente anziane che, pur non avendo il contrassegno blu, hanno difficoltà ha recarsi dai loro defunti a piedi”.

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Centro studi Prato 2.0

Il centro studi Prato 2.0 ritiene che ci debba essere più attenzione sulle barriere architettoniche e non.
In particolare ricordiamo cosa abbiamo scritto in materia :
35) barriere e disabilità ..il problema barriere architettoniche in una città moderna quale Prato e’ va risolto senza se e senza ma..il Centro Studi su questo promuove una verifica complessiva del territorio circa l’accessibilità a strutture pubbliche e private di interesse pubblico, in modo da fornire all’amministrazione comunale un ventaglio delle probelmatiche che puo’ essere affrontato con finanziamenti comunitari presenti costantemente nei bandi europei sul tema. Le sezioni che riteniamo di vagliare sono: DISABILITA’ E MOBILITA’ A) ACCESSO AI LUOGHI DI CULTO: B) TERRITORIO E MONUMENTI CITTADINI Le prime criticità riscontrate su cui la commissione viglierà sono: – La presenza di numerosi lampioni che limitano l’accessibilità di Via Soffici – L’accessibilità della passerella – L’attraversamento pedonale tangenziale su Via Cava – L’attraversamento pedonale tangenziale su Via Reggiana – L’attraversamento pedonale tangenziale zona paperino – La situazione del passaggio pedonale di Ponte Datini in seguito all’attraversamento del sottopasso, le rampe mostrano una rapidità superiore al 5% di pendenza – L’accessibilità delle palestre scolastiche C) BANCOMAT VERIFICA DI TUTTE LE FILIALI PER ACCESSO HANDICAP D) SEMAFORI Verifica dei semafori non dotati di segnale acustico che permettano l’attraversamento ai non vedenti. E) BAGNI PUBBLICI Si intende verificare la situazione dei tre 3 bagni pubblici già esistenti ma chiusi, F)PARCHEGGI CENTRO STORICO G) ACCESSO AI MEZZI PUBBLICI Verifica sullo stato dell’installazione di predelline mobili per l’accesso ai mezzi pubblici sugli autobus di linea. In particolare si segnale:WORK IN PROGRESS 1)Prima cosa dobbiamo rendere funzionante il Nuovo Piano d’Accessibilità Urbano, approvato all’unanimità dal consiglio comunale a febbraio 2012 che prevedeva anche un laboratorio per esaminare tutti i progetti che arrivano negli uffici comunali. Approvato e messo in un cassetto. Piano che prevede rampe al 5% mentre pochi mesi dopo è stato chiuso il passaggio pedonale sopra al ponte Datini costringendo migliaia di cittadini a percorrere le rampe al 10% e così anche tante altre problematiche. Su questo abbiamo interloquito con il consigliere comunale presidente commissione 4 Massimo Carlesi che si e’ impegnato sul tema. 2)Secondo grossa problematica è che da quando il dirigente della mobilità ha firmato l’ordinanza che vieta il parcheggio in diverse piazze del centro fra le quali: piazza Duomo, piazza delle Bigonge, piazza Santa Maria delle Carceri, oltre piazza del comune che erano già qualche anno che non potevamo parcheggiare per un totale di cinquantina di auto. Mentre sono stati fatti 5 parcheggi a fianco della chiesa di San Francesco e tre nel Largo Carducci. In tutto il centro storico c’è una sola fermata attrezzata per far salire e scendere una carrozzina da un bus ed è davanti al Castello dell’Imperatore direzione San Marco. 3) problematiche segnalata dal 2010 al 2013 da UmbetoMaterassi nostro iscritto i qualità di consulente per l’abbattimento delle barriere per la circoscrizione centro con il geom. Della circoscrizione sono stati fatti numerosi sopralluoghi e hanno segnalato all’ufficio tecnico del comune decine di problematiche, ma purtroppo sono ancora li: -piazza Macelli, davanti all’ingresso di Officina Giovani, ci sono mattonelle bucate che entrano dentro le ruote anteriori creando grossa difficoltà a viaggiare sopra. -Parcheggi disabili in via Lavarone davanti alla medicina legale, anche qui la stessa problematica. -Marciapiede via San Giorgio angolo via Cironi. Se uno su sedia a rotelle viene giù dagli studi medici e arriva li in angolo trova lo scalino alto e con il marciapiede stretto è impossibile girare. -Marciapiedi in diverse parti della città sono stati costruiti con rampe troppo ripide che rischiano di farci rovesciare. -Piazza duomo è piena di buche che bloccano le ruote anteriori della carrozzina facendoci rischiare di andare in terra. -Attraversamento dal parcheggio del viale Galilei al parcheggio del Serraglio: c’è una ringhiera che copre la visualità delle auto che arrivano da via Sant’Antonio col rischio di essere travolti. -Mancano parcheggi per disabili vicino alla baracca che noleggia le bici lungo la pista ciclabile. -Negozi accessibili ce n’è uno su dieci -Mancanza di bagni pubblici in centro e nelle periferie che permettono l’accesso alle carrozzine. – stadio lungo Bisenzio che ha il bagno per disabili sotto le tribune degli ospiti che quando ci sono le partite per ordine pubblico la polizia non fanno andare in bagno. Nello stadio anche il bar sotto la tribuna centrale è inaccessibile alle carrozzine perché ci sono tre scalini. -Attraversamenti alle rotonde sulla pista ciclabile davanti al cimitero di Coiano e a scendere il cavalcavia di Galceti perché troppo vicine alla rotonda che le auto che arrivano dalla curva ad a velocità sostenuta rischia di travolgere pedoni, carrozzine e bici. Lo stesso cavalcavia ha le rampe troppo ripide che arrivano fino al 14% Villa Fiorelli: ha un piccolo parcheggio interno occupato quasi sempre dai dipendenti del gestore poi con il ghiaino crea difficoltà a viaggiare in carrozzina, mentre dove fanno spettacoli è tutto dissestato. -Piscine attrezzate con un sollevatore per persone su sedia a rotelle c’è solo quella della Gescal dove viene fatta anche riabilitazione spesso a persone anziane, per cui se uno pensa a cosa può esserci dentro…. Senza una fermata di autobus nelle vicinanze anche con una scuola accanto. -Mancanza di una Lam per il Parco Prato e l’Omnia Center. -ferrovie dello stato inadeguate per lo spostamento di disabili con carrozzina -mancanza di posti per sufficienti ( 2)disabili di fronte biblioteca, di fronte urp -capita spesso che i posti riservati sino occupati da persone che non hanno il diritto -rivisitazione permessi handicap per problema falsi invalidi o uso improprio tagliando e revisitazione seria dei permessi per ingresso centro – posti parcheggio disabili di fronte teatro metastasio per handicap solo 2 mentre nelle vicinanze del politeama solo piazza duomo nei pressi dei posti dei taxi -nelle adiacenze a via carbonaia per il cinema terminale non esistono posti per disabili -nelle vicinanze cinema eden solo 1 posto per parcheggio disabili -per accesso palazzo pretorio salone consiliare : nessun posto Inoltre ci appare importate il nesso disabilità e turismo Contro le barriere architettoniche e culturali dovrebbero nascere come in Valdichiana nuove collaborazioni, con alcuni enti, associazioni, privati e scuole. Il comparto turistico dedicato ai disabili muove un’economia di non poco conto. In Europa si stimano, per esempio, circa 40 milioni di persone con disabilità motoria e, considerando la popolazione anziana, i disabili temporanei, le famiglie con bambini, e chi ha disturbi alimentari, si raggiungono i 130 milioni di persone. Secondo alcuni dati ogni anno in media circa 5000 persone con difficoltà motoria visitano il Maec, si pensa allora che potenzialmente potrebbero arrivare nela città circa 40.000 persone con disabilità, compresi familiarie accompagnatori. Il lavoro si dovrebbe concentrare sui temi dell’inclusione sociale, della cittadinanza, dell’accessibilità andando poi ad analizzare più nel dettaglio il turismo accessibile come aspetto della qualità della vita di una persona disabile. Sul nostro territorio c’è ancora molto da fare e non sono ancora molte le strutture ricettivo-turistiche nel territorio in grado di accogliere persone disabili e in molti casi c’è una certa preclusione a farlo. E’ necessario lavorare per migliorare la cultura dell’accoglienza. …quindi strumenti nel territorio sul sociale a)società salute: razionalizzazione servizi misti sociale/ sanità..il punto e’ la mancanza di risorse ed il problema che il raccordo asl/comuni sul sociale integrato non è mai partito veramente…la contrazione delle risorse non aiuta..come fare? b).edilizia popolare agevolata e corretto utilizzo e assegnazione delle attuali con epp gestione consona anche in senso organizzativo, polarizzazione appalti per risparmio, maggiore raccordo con i comuni sulle politiche di investimento, tempestività domanda offerta INOLTRE.. INSERIMENTI LAVORATIVI di persone appartenenti a categorie protette: RESPONSABILITA’SOCIALE DELL’ENTE PUBBLICO Quanti sono a Prato i giovani di età compresa tra i 18 e i 26-30 anni in possesso di riconoscimento di handicap (legge104/92) presi in carico dalla FIL ?? e realmente inserimerti in percorsi formativi che sono sfociati in veri inserimenti lavorativi?? Quanti gli inserimenti socio-terapeutici effettuati su progettazione individualizzata da parte del servizio sociale e gestiti direttamente dal Comune ?? Con apposite convenzioni con coop sociali e/o imprese varie? Proposta: 1) effettuare una mappatura della situazione degli inserimenti lavorativo di soggetti svantaggiati, appartenenti alle categorie protette e alla fasce deboli. 2) analizzare il numero di persone appartenenti alle categorie protette/il numero di appartenenti assunti e in attesa di assunzione. IDEE CONCRETE : 1) L’ente pubblico può attivarsi con più forza nell ‘inserimento di unità appartenenti alle categorie protette all’interno dell’organico.( responsabilità sociale del’ente pubblico… ) 2) Effettuare una Sensibilizzazione e promozione sull’ obbligo di assunzione nel rispetto della Lg. 68/99 comprendendo che può essere un’opportunità anzichè un peso. Dare forza alla Delibera regionale- ( praticamente inapplicata! ) sul protocollo d’intesa nel ” promuovere i rapporti con le istituzioni pubbliche e le cooperative sociali di tipo B per l’inserimento lavorativo delle persone svantaggiate”. Del. GRT n. 2014/2010. 3) Istituzione di un osservatorio permanente sulle tematiche del lavoro declinate in ambito sociale, che possa assolvere e colmare le lacune precedentemente esposte, al fine di creare un riferimento univoco che monitori la situazione, fornisca dati e indicatori ma soprattutto abbia una visione generale e non parcellizzata come oggi accade, e sia in grado di creare una cornice e un coordinamento degli interventi proposti. Quindi si ritiene utile effettuare una mappatura della situazione degli inserimenti lavorativo di soggetti svantaggiati, appartenenti alle categorie protette e alla fasce deboli. Si intende analizzare il numero di persone appartenenti alle categorie protette/il numero di appartenenti assunti e in attesa di assunzione. Ci si propone di effettuare un monitoraggio degli enti pubblici e dell’aderenza alla legge 68, proponendosi eventualmente come stimolo per sensibilizzare l’ente all’inserimento di unità appartenenti alle categorie protette all’interno dell’organico. Sensibilizzazione e promozione di una dimensione positiva e produttiva per l’azienda e il tessuto sociale che si intende estendere in un secondo step alle medie-grandi imprese del territorio in obbligo di assunzione rispetto ai termini della Lg. 68/99 che non espletano l’obbligo. Si intende effettuare un monitoraggio degli affidi diretti disposti dall’Amministrazione comunale e Estav di competenza alle cooperative di Tipo B negli ultimi 5 anni. Si intende effettuare una valutazione e monitoraggio del numero degli inserimenti socio terapeutici effettuati dall’Asl 4 di Prato (anno 2013/2014/previsione 2015). L’obiettivo è quello di creare un documento di sintesi della realtà presente al momento attuale sul territorio pratese, nonostante le numerose e positive attività svolte dai diversi attori (Comune, ASL, Cooperative sociali, associazioni etc. etc.) si ritiene che debba essere implementata la visione generale e di coordinamento generale, al fine di documentare costantemente la situazione lavorativa dei soggetti svantaggiati, appartenenti alle categorie protette e provenienti da situazioni di disagio e poter coordinare in modo efficace le azioni dei diversi attori. Al termine del monitoraggio si ritiene utile progettare la realizzazione di incontri condivisi con tutti gli attori interessati: enti pubblici, rappresentanti di categoria (unione industriale, confartigianato, camera di commercio, legacoop, confocooperative etc. etc), centro per l’impiego, terzo settore, dove realizzare un percorso partecipativo e attraverso momenti di workgroup arrivare alla creazione condivisa con l’amministrazione comunale di un osservatorio permanente sulle tematiche del lavoro declinate in ambito sociale, che possa assolvere e colmare le lacune precedentemente esposte, al fine di creare un riferimento univoco che monitori la situazione, fornisca dati e indicatori ma soprattutto abbia una visione generale e non parcellizzata come oggi accade, e sia in grado di creare una cornice e un coordinamento degli interventi proposti. Un ruolo di rilievo potrebbe essere svolto sempre dall’osservatorio rispetto alla sensibilizzazione del tessuto imprenditoriale, pubblico e privato, rispetto alla tematica dell’inserimento lavorativo in azienda di soggetti svantaggiati, per incrementare l’inserimento lavorativo è infatti necessario promuovere una diversa cultura all’interno del tessuto imprenditoriale, valorizzando come l’assunzione di un’unità lavorativa appartenente alle categorie protette o alle fasce deboli se effettuata nel modo adeguato diventa produttiva per l’azienda, può avere un’importante ricaduta in termini di immagine e contribuisce ad abbattere i costi dell’assistenza socio-sanitaria in quanto sicuramente contribuisce a creare salute, andando ad incidere sui costi che gli enti avrebbero se avessero la persona a carico. L’ osservatorio inoltre attraverso le nuove tecnologie dovrebbe creare uno scambio continuo ed essere sempre in stretto rapporto con tutti gli enti del terzo settore e con cittadini, sia come banca dati che come riferimento per informazioni e segnalazioni, funzionando da cerniera e implementando uno scambio continuo di informazioni fra le istituzioni e il territorio che viene chiamato in prima persona a farsi carico dei bisogni delle fasce più fragili. APPROFONDIMENTO E RETE: UN ESEMPIO Tra politiche sociali e politiche sanitarie vorremmo fare alcune proposte insieme alla associazione Di.a.psi.gra che lavora per la dei Difesa malati psichici gravi E’ una associazione nazionale che si propone la difesa delle persone con problemi psichici. L’associazione ( a cui fanno parte nostri aderenti) propone di verificare all’interno dei servizi del Dipartimento di Salute Mentale di Prato dove si rilevano alcune criticità, dovute sia a problematiche contingenti che a difficoltà di più lunga durata, quali: a) difficoltà organizzative nell”UFSMA, che si riversa sul servizio b) la comunicazione fra i servizi di salute mentale, gli utenti e le associazioni potrebbe essere migliorata e potrebbero essere valorizzate le potenzialità e le risorse di ciascuno ponendosi in un atteggiamento di reciproco ascolto e collaborazione. c) Si ritiene che possa essere implementata da parte del servizio la realizzazione di percorsi individualizzati per tutti gli utenti del dipartimento di salute mentale, con obiettivi, azioni e valutazione condivisa da parte dei medici con gli utenti stessi e i loro familiari. Potrebbe sicuramente essere utile un maggior coinvolgimento dei familiari e utenti esperti, che come volontari possono diventare un supporto all’interno del percorso di cura e accoglienza. Spesso è proprio l’associazione che viene contattata DIRETTAMENTE da parte di utenti e familiari che in difficoltà o in un momento in cui non riescono a trovare soluzione al problema/emergenza presso il servizio, cercano supporto e sostegno all’interno della realtà associazionistica. d) Se si attivasse all’interno una più stretta collaborazione con il servizio dsm LE ASSOCIAZIONI potrebbero sicuramente fare da tramite verso il servizio stesso, visto che non possono essere i volontari delle associazioni a dare risposte di tipo socio-sanitario per le quali sono tenuti a rispondere i servizi preposti, ma possono accogliere in modo empatico chi condivide il loro stesso problema. e) E’ stato istituito un protocollo rispetto agli inserimenti effettuati dal Dipartimento di salute mentale all’interno delle diverse associazioni del territorio, si tratta di una riunione a cadenza bimestrale, in cui i referenti delle associazioni incontrano il responsabile del DSM, uno psicologo e uno psichiatra referenti per il DSM verso le associazioni. Al di là dell’incontro istituzionale, si ritiene il rapporto e il coinvolgimento effettivo dei due professionisti con il tessuto associazionistico territoriale, possa e debba essere implementato. f) Purtroppo si deve osservare che per i cittadini vi è difficoltà nell’accesso ai dati pubblici relativi alla salute mentale nel territorio pratese. g) In ASL a Prato non è stata istituita la Consulta del DSM, ( anche se possono dire di un ipotetico forum che di fatto non ha mai funzionato!) così come indicato dalla delibera del 2007 della Regione Toscana, questo fa sì che nessuna delle associazioni venga coinvolta in fase di programmazione delle politiche sanitare e organizzative dell’azienda sanitaria in merito alle tematiche e agli interventi di salute mentale. h) Si ritiene invece che uno scambio con le associazioni possa essere prezioso sia in fase di programmazione che di valutazione degli interventi e che sia importante da parte delle singole aziende sanitarie seguire le linee giuda della Regione Toscana rispetto alla creazione di una Consulta dedicata, così da rendere omogenea la situazione a tal proposito all’interno del territorio regionale. i) Gli spazi di ubicazione del Dipartimento di salute mentale non sono assolutamente adeguati per la funzione svolta, è stata prevista una loro riallocazione in spazi maggiormente consoni, al momento attuale dopo varie proposte non è ancora stata definita una soluzione formale e una tempistica dell’effettivo spostamento.

agostino
agostino
9 anni fa

Sono d’accordo con la dirigente del Comune, chi non è in grado di accedere al cimitero deve farsi accompagnare con una carrozzina.Non si va all’ ospedale al capezzale di un malato,in auto, figuriamoci da un defunto. Io stesso ho rischiato di essere investito da un guidatore cimiteriale….

massimo
massimo
9 anni fa

Un tantino prolissi questi del 2.0.