27 Gennaio 2015

Controlli Regione nei capannoni, Berti: “Potremmo incassare 13 milioni di euro dalle sanzioni”. Ordini professionali e associazioni firmano il Patto lavoro sicuro


427 imprese controllate a Prato (sulle 1096 dell’area vasta), di cui 61 sequestrate, 85 in regola e la maggior parte (333) oggetto di prescrizioni e di sanzioni, oltre a 7 che nel frattempo avevano cessato. Sono i numeri dei primi 4 mesi di attività (da settembre a dicembre 2014) dei 50 ispettori del lavoro assunti e destinati a Prato dalla Regione nell’ambito del Piano Straordinario Lavoro Sicuro, varato dalla giunta Rossi dopo la tragedia di via Toscana, con l’obiettivo di controllare in tre anni tutte e 4000 le aziende a conduzione cinesi presenti a Prato (7700 nell’area vasta).
Di pari passo con l’aumento dei controlli, mirati alla sicurezza sul lavoro (impianti elettrici e funzionamento macchinari, bombole di gas in sovrannumero, dormitori abusivi), sono cresciute le sanzioni incassate dalla Asl: erano state attorno ai 110 mila euro nel 2013, e 79.880 euro nel primo semestre 2014. Poi con il piano della Regione, nel secondo semestre dello scorso anno si è giunti ad incassare 320.188 euro. “Non è questo il nostro auspicio, visto che l’obbiettivo è quello di spingere le aziende cinesi a mettersi in regola – commenta il responsabile del progetto per la Regione Renzo Berti – ma se si continuasse con questo trend di sanzioni e di pagamenti da parte delle imprese, a fine 2015 arriveremmo ad incassare i 13 milioni di euro che la Regione ha investito in questo progetto”.
Le principali irregolarità riscontrate sono relative a macchinari (quasi 250 nell’area vasta), impianti elettrici non a norma (più di 200) e in misura minore dormitori e cucine abusive, e bombole a gas. Rispetto ai territori di Empoli, Firenze e Pistoia, a Prato c’è un’incidenza molto maggiore di imprese irregolari, pari all’80% di quelle controllarte (a Firenze, il tasso di irregolarità è al 54%), mentre a Empoli c’è una maggiore volatilità e ben 103 aziende sulle 259 ispezionate era già cessata all’arrivo degli ispettori. Al Patto per il lavoro sicuro – che impegna gli imprenditori cinesi firmatari a mettersi in regola, garantendo loro di essere messi in coda alla lista dei controlli da effettuare – hanno aderito 88 aziende pratesi, e altre 162 hanno sottoscritto una pre-adesione. Finora il Patto poteva essere siglato soltanto presso Cna e Confartigianato; oggi al protocollo d’intesa per il Lavoro sicuro si sono aggiunte altre associazioni di categoria e ordini professionali.

 

Patto per il lavoro sicuro, nuovi firmatari.
«L’unico sistema Prato che conosciamo è quello riunito qui stamani, fatto di persone che si impegnano e lavorano nella cornice della legge – ha detto il sindaco Biffoni – Questa città non ha chiuso gli occhi di fronte a tragedie come quella del Teresa Moda e non si girerà dall’altra parte per far finta di niente. Faremo fronte comune contro chi vuole agire al di fuori delle regole». Oltre a tutti i rappresentanti delle Associazioni e degli Ordini e al sindaco Matteo Biffoni erano presenti il Coordinatore regionale del Piano per il Lavoro sicuro Renzo Berti, il vicesindaco ed assessore alle Politiche di cittadinanza Simone Faggi e la presidente del Palazzo delle Professioni Marzia De Marzi.
L’obiettivo della firma del Protocollo stamani è partecipare al Piano di emersione della legalità, mettendo a disposizione le competenze e la professionalità di Associazioni e Ordini nell’ottica della maggiore diffusione della cultura della sicurezza e della prevenzione nei luoghi di lavoro. A firmare c’erano i rappresentanti di architetti, ingegneri, geometri, periti, commercialisti, avvocati, consulenti del lavoro, farmacisti, medici,  Pin Cna, Confesercenti, Confartigianato, Casartigiani e unione industriale pratese. Le imprese che intendono aderire al Patto per il lavoro sicuro dovranno sottoscrivere il modulo predisposto rivolgendosi all’associazione di categoria o al professionista. L’impegno sottoscritto è ad operare in trasparenza, ad individuare un rappresentante dei lavoratori per la sicurezza e ad ogni iniziativa necessaria per assicurare la regolarità dell’attività. Professionisti ed associazioni si impegnano a supportare le imprese da loro patrocinate per eventuali adeguamenti, fornendo assistenza qualificata per il progredire dei percorsi.

D.Z.

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Federico
Federico
9 anni fa

Forse quelle cifre si riferiscono alle sanzioni emesse… perché a me risulta che i cinesi spariscono di circolazione e non pagano niente……
Farà mica parte della campagna elettorale del nostro amico Rossi?