29 Gennaio 2015

Stanze del buco, Alberti e Mennini (PD): “Forma di ghettizzazione, meglio potenziare il Sert”


“Aprire una stanza del buco è una forma di ghettizzazione, un girarsi dall’altra parte per evitare di vedere una persona che si droga in pubblico ma soprattutto è un messaggio negativo. È come dire ad un ragazzo che è caduto nella spirale della droga: “guarda che non è corretto bucarsi in pubblico, ai giardini o alla stazione, vieni da noi dove potrai continuare a drogarti tranquillamente in un ambiente accogliente”. In poche parole ma chiare, per noi aprire una stanza del buco è un invito a continuare a drogarsi per chi ha avuto la sventura di soffrire di tossicodipendenza”. Queste le parole dei consiglierei PD, Gabriele Alberti e Roberto Mennini, in merito alla proposta del M5S che sarà discussa oggi in Consiglio Comunale. “Premesso che la normativa nazionale, DPR 309/90 (Testo Unico sulla droga), non consente l’apertura delle cosiddette “stanze del buco”, siamo fermamente convinti che la tossicodipendenza si possa contrastare attraverso il potenziamento dei luoghi di cura. Ne sono esempio i servizi preposti (SER.T.), dove persone preparate come psicologi, psichiatri e sociologi sono in grado di seguire i pazienti in un percorso positivo di recupero ai valori più alti della vita come il diritto alla salute – concludono Alberti e Mennini – Avviare una persona al SER.T.,come possono fare gli operatori di strada o qualunque altra persona, è per noi un messaggio assolutamente positivo”.

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