21 Febbraio 2015

Bombing art, inaugurata la mostra sulla difesa dei capolavori toscani durante la Seconda Guerra Mondiale


Ci sono storie di grande fascino nei pannelli di BOMBING ART, inaugurata questo pomeriggio a Palazzo Buonamici. Storie della bellezza nascosta, imballata, portata via dai musei e ricoverata lontano dalle città e dal pericolo dei bombardamenti, raccontate dalla direttrice del CDSE Alessia Cecconi. Gli anni sono quelli della Seconda Guerra Mondiale, 1940-1945.
La storia della Villa di Poggio a Caiano, forziere dei tesori fiorentini e pratesi, dove hanno trovato rifugio mille opere d’arte, fra cui la Primavera e la Venere del Botticelli, il David di Donatello e il Bacco di Michelangelo. La storia della Villa del Barone, dove furono nascoste gran parte delle opere pratesi, ma soprattutto la storia del recupero, sotto le bombe e la pioggia, del Tabernacolo di Filippino Lippi, sbriciolato dalle bombe americane che avevano colpito la casa in cui era collocato in piazza Mercatale. Leonetto Tintori coprì le macerie con dei copertoni d’auto e cominciò pazientemente a riempire con i frammenti del Tabernacolo dei vasetti di marmellata, alternando della sabbia “come fossero vasetti di acciughe” per non rovinare i bordi. E poi ricostruì il Tabernacolo del 1498, una delle opere più importanti del Rinascimento (oggi al Museo civico di Palazzo Pretorio), a Vainella.
A cura della Fondazione CDSE, con la collaborazione di Archivio Fotografico Toscano, Biblioteca Roncioniana, Laboratorio per Affresco “Elena e Leonetto Tintori”, la mostra ha il patrocinio di Regione Toscana, Provincia di Prato e Comune di Vaiano ed è stata realizzata in occasione del 70° anniversario della Liberazione.
L’allestimento di PALAZZO BUONAMICI sarà visitabile fino al 14 marzo con orario: lunedì-venerdì 9-18, sabato 15-19 (chiuso la domenica) a ingresso libero. Il 14 marzo, alle 16.30, si terrà la presentazione del libro “Resistere per l’arte” di Alessia Cecconi.

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Mago
Mago
9 anni fa

Peccato che il giorno di chiusura sia proprio la domenica. Non capisco il senso di questa scelta di orari di apertura che impediscono di fatto la visita al pubblico che può’ frequentare il centro storico solo nei giorni festivi. Peccato per un evento culturale molto interessante come questo.