6 Febbraio 2015

Eurotintoria, gli 82 dipendenti pagati per restare a casa chiedono al Comune di fare lavori socialmente utili. I sindacati: “Silenzio assordante delle istituzioni”


Un “silenzio assordante” da parte delle istituzioni cittadine, alle quali si rivolgono per poter fare lavori socialmente utili a titolo gratuito, visto che l’azienda, che sta cessando l’attività, li sta pagando per non lavorare. È quanto denunciano i lavoratori dell’Eurotintoria e assieme a loro Cgil, Cisl e Uil. Ieri i rappresentanti sindacali sono stati ricevuti dalla commissione emergenza occupazionale e dai tecnici della Regione a cui è stato chiesto di attivarsi con il Ministero del Lavoro per far far avere le maggiori tutele possibili agli 82 dipendenti. L’azienda, contrariamente a quanto comunicato ai sindacati lo scorso 9 dicembre, a inizio anno ha comunicato la cessazione dell’attività. Per pochi giorni, per effetto della riforma Fornero, i dipendenti hanno così perso un anno di mobilità, che per gli ultracinquantenni è scesa a 24 mesi. E adesso il Jobs act cancella anche la cassa integrazione per cessazione di attività. I sindacati, visto che il provvedimento del governo Renzi non è ancora pienamente operativo, chiedono che si possa fare richiesta per la cassa integrazione, in modo da recuperare i dodici mesi di ammortizzatori sociali perduti con la riduzione della mobilità.

La morte di un’azienda

Intanto nell’azienda è in atto la smobilitazione. La proprietà, che ha stipulato il compromesso per cedere il capannone, ha consegnato ai lavoratori una lettera in cui li invita a rimanere a casa pur assicurando che saranno pagati loro gli stipendi. Ieri gli operai presenti hanno dovuto interrompere le lavorazioni a causa delle operazioni di smontaggio dei macchinari, che avevano provocato esalazioni irrespirabili.
“In tutti questi anni di crisi del tessile abbiamo gestito 200 riduzioni di personale e cessazioni di attività e non ci eravamo mai imbattutti in casi come queste, dove gli imprenditori non si preoccupano neppure di far avere ammortizzatori sociali ai lavoratori” – afferma Massimiliano Brezzo, segretario della Filctem Cgil.
“L’Eurotintoria si sta comportando come una  multinazionale, senza riconoscenza nei confronti di 82 persone che in passato hanno aspettato lo stipendio per 2 o 3 mesi, perchè l’azienda aveva problemi di liquidità” aggiunge il sindacalista della Uil Qamil Zeinati. “Alcuni operai che dovevano contrarre un mutuo a dicembre hanno ricevuto rassicurazioni dall’azienda e adesso si trovano in questa situazone” – dice Chiara Malinconi della Cisl.

“Ridateci la dignità”

Eurotintoria ha inviato la lettera di mobilità per gli 82 dipendenti lo scorso 14 gennaio. Da allora, per legge, sono previsti 45 giorni di trattativa con i sindacati, a seguito dei quali ci sono altri 30 giorni per un accordo nella sede della Provincia. In questo periodo, l’azienda è tenuta a pagare gli stipendi. Cosa che si è impegnata a fare, invitando però i lavoratori a rimanere a casa. Una scelta che ha ancora una volta atterrito i dipendenti, che vogliono rendersi utili. Per questo, chiedono a Comune e Provincia di essere impiegati per lavori di pubblica utilità.
“Stiamo facendo questa mobilitazione, anche tramite Facebook – spiega uno degli “Orfani dell’Eurotintoria” Alessandro Giarrusso – perchè quello che è capitato a noi non accada nuovamente nel nostro distretto ad altri lavoratori. Il problema non è perdere il lavoro, ma alzarsi la mattina e dire ai propri figli come abbiamo perso il lavoro. Non vogliamo prendere lo stipendio senza lavorare e chiediamo di poter essere d’aiuto alla città. È un modo per recuperare la nostra dignità”.

Dario Zona

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