15 Febbraio 2015

Scuole cattoliche, Fism: “A Prato con le paritarie lo Stato risparmia 20 milioni di euro”


“Con il finanziamento alle scuole paritarie di Prato ogni anno lo Stato risparmia 20 milioni di euro”. A dirlo è Gabriella Melighetti, presidente proviciale della Fism (Federazione italiana scuole materne) dalle pagine nell’ultimo numero del settimanale Toscana Oggi. La precisazione degli istituti cattolici pratesi nasce dalle polemiche che ogni anno, in occasione del periodo di iscrizione alle scuole statali (il cui termine scade proprio oggi), montano ad arte contro i contributi pubblici alle paritarie.

“Spesso ci si dimentica di dire che le nostre scuole in realtà lo Stato lo fanno risparmiare e non viceversa”, afferma Gabriella Melighetti. Per averne conferma basta elencare questi dati forniti annualmente dall’Ufficio diocesano per le Scuole cattoliche. Cominciamo dal risparmio: grazie alla presenza di 3269 alunni frequentanti i 25 istituti paritari pratesi, lo Stato versa solo 2 milioni di euro invece di 22 milioni. “Se tutti questi studenti lasciassero le nostre scuole per andare in quelle comunali o statali il costo per l’erario aumenterebbe moltissimo, senza contare – aggiunge la Melighetti – che si dovrebbero costruire nuove strutture per accogliere tutti questi bambini e ragazzi”. Le scuole dell’infanzia aderenti alla Fism sul territorio pratese rappresentano il 40% della popolazione scolastica riuscendo così a coprire quasi la metà della domanda. “Per questi istituti incassiamo 662mila euro dallo Stato e 205mila euro dalla Regione corrispondenti a 474 euro ad alunno contro i 6800 euro della spesa per gli studenti delle statali, solo per l’infanza – sottolinea ancora la Melighetti – senza di noi il costo per l’erario sarebbe di 12 milioni e 500mila euro”.

A livello nazionale, secondo quanto stima l’Ocse, le scuole paritarie in Italia ricevono l’1,2% della spesa pur avendo il 12% degli alunni. Il risparmio totale è di oltre 4 miliardi di euro.

Altra questione riguarda l’erogazione di questi contributi. I dati elencati si riferiscono all’anno passato e non sono stati ancora tutti liquidati. «Ad esempio le scuole dell’infanzia sono ancora in attesa di 120 mila euro per l’anno 2013-2014 eppure gli stipendi e i costi sono già stati sostenuti», dice la presidente Fism, che aggiunge: “Negli anni, i fondi sono sempre diminuiti, come pensa lo Stato di farci andare avanti?”.

Recentemente dalle pagine dell’Espresso Massimo Mari della Cgil nazionale ha dichiarato: “Finanziare la scuola cattolica contrasta con lo Stato stesso”. E dire che nei mesi scorsi a Prato i sindacati, proprio con la Cgil in testa, hanno sollevato un polverone senza sentir ragioni quando le scuole paritarie, in difficoltà per i costi e i mancati trasferimenti statali e regionali promessi, hanno prospettato il cambio di contratto per i propri dipendenti. Una posizione che possiamo definire schizofrenica, a livello nazionale si invoca la fine dei finanziamenti e a livello locale si esige che tutto vada avanti senza tener conto delle situazioni di difficoltà derivanti dal poco aiuto statale.

“Visti gli oggettivi numeri forniti – ricorda Melighetti – ognuno può formarsi un giudizio anche se la questione spesso viene affrontata in modo ideologico, dimenticandosi che dal 2000, con la legge Berlinguer, esiste un unico sistema scolastico pubblico integrato con scuole statali e paritarie. Ma mi pare – conclude – che dopo 15 anni ancora non sia chiaro che la scuola è tutta pubblica, lo Stato non abdica al proprio ruolo, in tutto il mondo è così ed anzi in molti Stati la scuola paritaria è finanziata fino al 50%”.

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centro studi prato 2.0
centro studi prato 2.0
9 anni fa

Il centro studi prato 2.0 ritiene che si debba fare una riflessione in merito al tema lanciato ndall’articolo…. In particolare la riflessione deve poggiare sul fatto che oramai sono anni che questa amministrazione, ma direi -questo paese, hanno utilizzato le risorse che stanno al di fuori del pubblico impiego per dare servizi ai cittadini attraverso il concetto di sussidiarità che apparve in italia con la legge 267/2000 . Da li in poi -viste le problematiche economiche finanziaria a livello italiano e pratese-si e’ ritenuto di avvalersi del privato sociale ( campi istruzione, socio-sanitario e cultura fondamentalmente) per garantire un servizio ai cittadini a minori costi ..aumentando dove possibile l’efficienza e gli standard di prestazione. Adesso pero’ siamo ad una svolta, visto che a forza di tagliare, anche quel privato sociale ( associazioni, cooperative..) e’ in difficolta’..Da qui la necessità di una riflessione partendo dall’esperienza fatta nella nostra città che e’ sempre stata un modello ed un esempio anticipatorio di integrazione pubblico-privato sopratutto nel sociale e nel settore scuola..al fine di capire le risorse da mettere in campo e capire se e’ sempre valido l’equilibrio tra pubblico -privato esistente o se vada rivisto.
Su questo e altro parleremo col sindaco il 27 .2 …

Presidente centro studi Prato 2.0

Pagliocca roberto