18 Aprile 2015

“Cari ragazzi, no alle contrapposizioni noi-loro, italiani-stranieri, la mia fede-la tua fede. Costruite ponti di fraternità”. Le parole del Vescovo alla “Messa per Prato” dedicata ai giovani Foto e Video


«Ragazzi, attenti alle contrapposizioni e alle pseudo verità: identità non è sinonimo di separazione, accoglienza non significa che siamo tutti identici, libertà non è un capriccio o discriminazione, etica non è sinonimo di tabù e paura, cattolico non vuol dire bigotto». Sono alcune delle esortazioni che il vescovo Franco Agostinelli ha rivolto in maniera diretta, senza troppi giri di parole, ai ragazzi e le ragazze presenti in cattedrale questo pomeriggio alla quarta «Messa per Prato». Il tema dell’educazione e i giovani sono stati al centro della celebrazione e delle riflessioni pronunciate da monsignor Agostinelli nella sua omelia.

Alla messa erano presenti i rappresentanti dei gruppi giovanili parrocchiali e quaranta diciottenni chiamati a esprimere la propria Professione di fede. «Voi qui presenti – ha osservato il Vescovo – siate una piccola parte dei 40mila adolescenti tra i 14 e i 35 anni che vivono a Prato, di questi, 11mila sono stranieri. Quanti tra i vostri coetanei sono battezzati? Quanti frequentano la parrocchia?», si è chiesto monsignor Agostinelli, che ha aggiunto: «Il mio pensiero va a questo folto gruppo che noi non siamo riusciti a incontrare e che non hanno un’appartenenza e vivono da isolati anche se quasi sempre in mezzo ad una folla chiassosa ma indifferente».
Il Vescovo lo ha ripetuto: «È tempo di fare scelte convinte, non vi vergognate di quello che siete, pensiamo a quanti giovani cristiani nel mondo in questo momento stanno pagando con la persecuzione la loro fede! Talvolta anche a voi può essere accaduto o potrà accadere di venire emarginati dal gruppo semplicemente per aver cercato di essere coerenti con la vostra fede. Ma non abbiate paura, Il Signore è con voi!».

Ma il Vescovo è voluto andare oltre i numeri e le solite definizioni, o descrizioni sociologiche utilizzate per spiegare la condizione giovanile: come studio, lavoro, devianze, dipendenze, affettività. «Vorrei che le statistiche non fossero il tutto del nostro rapporto con i giovani – ha sottolineato questa volta rivolgendosi agli adulti, in particolare agli educatori – ma un piccolo tramite per favorire l’incontro, per vederci, per parlarci, per condividere, per donare quello che abbiamo».

I principali inviti lanciati nella «Messa per Prato» sono stati quelli all’unità e all’apertura. Come detto monsignor Agostinelli ha esortato a non contrapporsi. «La nostra appartenenza alla Chiesa, l’ospitalità di Dio, ci chiedono di fare attenzione a non nasconderci dietro la pericolosa contrapposizione noi-loro, italiani-stranieri, la mia fede-la tua fede, la mia cultura-la tua cultura». Da qui il suggerimento a «costruire ponti di fraternità, di collaborazione e amicizia con tutti, in tutto il mondo». A partire dalla scuola, dall’università, dai luoghi di lavoro e di svago.

Non sono mancate indicazioni proprie di un vescovo, del Pastore di una Chiesa che considera i giovani come interlocutori privilegiati: «Cercate l’accompagnamento spirituale di un sacerdote di fiducia che abbia testa e cuore e fate esperienza di servizio ai più poveri, vicini o lontani, fate parte di un gruppo di confronto e di condivisione». E poi: «Non abbiate paura di impegnarvi per la civiltà dell’amore». La messa si è conclusa con un compito a casa, quello di leggere ogni giorno una pagina del Vangelo, «per rileggere lì l’attualità della vostra vita, per comprendere cosa il Signore vi dice e vi chiede».

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