18 Aprile 2015

La pieve di S. Ippolito in Piazzanese torna a nuova vita dopo 13 anni di restauri FOTO


La chiesa di Sant’Ippolito in Piazzanese è tornata a nuova vita dopo 13 anni di restauri. Oggi l’inaugurazione ufficiale con la presentazione alla popolazione dei lavori cominciati nel 2002 con il restauro delle coperture. Dal 2005 la ristrutturazione ha interessato tutto l’interno e da allora il pievano don Paolo Bini è stato costretto a chiudere l’accesso ai parrocchiani. “Oggi è per noi una grande soddisfazione – ha detto don Paolo -. I fedeli già da un anno sono potuti rientrare in chiesa, ma oggi è una giornata di festa perché tutto ciò che è stato fatto viene presentato in maniera ufficiale”.

Importante la cifra spesa complessivamente, che si aggira intorno al milione e duecentomila euro, così come sono significativi gli interventi svolti: in particolare da sottolineare il lavoro sulle colonne per riesumare l’aspetto originario dei capitelli che mostrano il loro vero volto, datato XI secolo. La pieve, una delle più antiche di Prato e caratterizzata da una commistione straordinaria di stili e di epoche, ha probabilmente origine da una villa o fattoria romana di epoca imperiale, anche se la sua struttura originaria risale all’anno Mille. E, in effetti, la chiesa offre agli occhi dei fedeli caratteri interessanti sin dall’esterno, con le tre absidi rivestite esternamente di marmo verde di Prato: «È l’unica chiesa in Toscana – dice don Renzo Fantappiè, direttore dell’Ufficio Beni Culturali della diocesi – che presenta una peculiarità di questo tipo».

Oltre a questo, i capitelli: databili, come detto, intorno all’XI secolo, nell’Ottocento erano stati coperti da un intervento di ammodernamento; all’interno dei lavori di ristrutturazione anche la loro pulitura completa, «che permette – dice ancora don Fantappiè – di ammirare il loro aspetto originario, con figure dissimili da capitello a capitello».

Alla fine della navata sinistra e della navata destra due cappelle settecentesche, in stile neoclassico, impreziosite da piacevoli stucchi. A metà della navata sinistra, invece, hanno ritrovato il loro spazio le spoglie di Sant’Ippolito già dal mese di settembre, con la sua urna datata 1820. Suggestiva la storia della reliquia, arrivata in paese nel 1697 come dono del pistoiese padre Domenico Balestra al pievano Renzo di Domenico Cianchi per alcune missioni svolte nella diocesi di Pistoia. Così per Pentecoste Cianchi portò in processione le spoglie del Santo fino alla pieve, nonostante un vento fortissimo che aveva ostacolato la processione.

Fiorella Facchinetti, l’architetto che insieme a Franco Filippelli ha diretto i lavori, durante la presentazione ha mostrato gli scavi che sono stati fatti. Sotto l’altare centrale e l’altarino della cappella di sinistra sono stati rinvenuti resti forse di un battistero e altri presumibilmente di un campanile, indizi della storia eterogenea che la chiesa ha avuto. “E molti misteri restano ancora da svelare dal punto di vista storico”, ha affermato l’architetto.

Per quel che riguarda i costi dei lavori, oltre al fondamentale apporto della diocesi, importanti sono stati anche gli aiuti della Provincia di Prato, della Fondazione Cassa di Risparmio e del Ministero dei Beni culturali. All’inaugurazione era presente anche la Sovrintendente per i beni storici e artistici della provincia di Prato Alessandra Marino, che ha dichiarato come “i lavori siano stati un esempio di sapienza tecnica e amministrativa. Da oggi chiunque entrerà nella chiesa avrà una diversa e rinnovata percezione degli spazi”.

Alice Politano

 

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