2 Aprile 2015

Perché il venerdì santo si digiuna e non si mangia carne? Risponde il teologo Basilio Petrà


Domani, venerdì santo, è il giorno in cui la Chiesa fa memoria della Passione e della Resurrezione di Cristo. Per osservare e vivere in comunione questo giorno particolare, i fedeli sono chiamati a digiunare e ad astenersi dal consumo di carne. Si tratta di una forma di penitenza che ricorre anche in occasione del mercoledì delle ceneri.

Il teologo mons. Basilio Petrà, intervenuto ieri sera a Intorno alle Nove, spiega il senso di questa tradizionale penitenza, conosciuta da tutti fin dai tempi del catechismo.

 

 

Per saperne di più si leggere la nota pastorale della Cei “Il senso cristiano del digiuno e dell’astinenza“, contenente la spiegazione del significato di questo gesto e alcune indicazioni pastorali.

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