Una pista ciclopedonale da Le Macine a Gonfienti: Interporto chiede anche due nuovi capannoni per 14.500 metri FOTO


Una pista ciclopedonale che attraversa l’area dell’Interporto e mette in comunicazione le frazioni delle Macine e di Gonfienti, riallacciandosi alla ciclabile lungo il Bisenzio. È quanto contenuto nella variante al regolamento urbanistico con cui Interporto ha chiesto al Comune di modificare le previsioni di aree edificabili, al fine di costruire due nuovi edifici adibiti a magazzino di complessivi 14.500 metri quadrati.
I nuovi volumi, su terreni interamente di proprietà di Interporto, sono individuati in prossimità dei capannoni esistenti, nelle aree verdi che formano una sorta di “canocchiale” e lasciano libero, da sud, il cono visivo verso la Calvana. Con le nuove volumetrie, il cono si ridurrebbe e occorrerebbe il parere della Regione, che nel Pit ha posto alcuni vincoli sull’area.
La zona precedentemente individuata per una nuova edificazione da 7200 metri quadrati era quella ad est dell’ex Mulino dove sono custoditi i reperti archeologici, tra via De Gasperi e gli attuali insediamenti. Un’area la cui proprietà è al 50% di Interporto e al 50% di privati, su cui si prevede di realizzare un parcheggio per tir. Nell’ottica di potenziare l’attività della partecipata, il piano strutturale varato dalla giunta Cenni aveva aggiunto altri 10 mila metri quadrati edificabili ad uso industriale nella zona. Di questi, dunque, se il progetto sarà approvato dal Comune, Interporto ne sfrutterebbe 7300, oltre ai 7200 già previsti ma mai realizzati.

Il piano di Interporto è arrivato soltanto nei giorni scorsi e dovrà essere esaminato dagli uffici tecnici. Stamani l’assessore Valerio Barberis lo ha presentato alla commissione urbanistica. Da più parti, tra i consiglieri comunali, sono arrivate richieste di integrazioni. La pista ciclopedonale – protetta da reti di recinzione di piuttosto basse e circondata da porzioni adibite a verde – dovrebbe innestarsi da via Firenze, a Le Macine, nei pressi del tunnel ferroviario e riallacciarsi a Gonfienti, con la realizzazione di una sorte di rilevato che scavalchi il viale centrale dell’Interporto.
Il consigliere del Pd Sapia ha chiesto che venga valutato il collegamento della nuova pista ciclopedonale anche con la frazione della Querce. Il consigliere indipendente Berselli ha auspicato prudenza per evitare possibili contenziosi con i privati a cui verrebbe sottratta capacità edificatoria. Il presidente della commissione urbanistica Masimo Carlesi ha risposto assicurando che prima di portare in votazione la variante saranno fatte tutte le integrazioni e i necessari approfondimenti.

D.Z.

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roby
roby
9 anni fa

Ricordo nuovamente che la ciclabile Vaiano Prato é interrotta oramai da un anno e mezzo x frana e non si sono visti al momento interventi di ripristino. Prima di pensare a nuove realizzazioni direi di ripristinare quelle esistenti. La ciclabile Vaiano Prato era percorsa da ciclisti e pedoni in completa sicurezza Mettendo in collegamento varie frazioni. Adesso si deve percorrere un pezzo della ex ss.325 con non pochi rischi

bob
bob
9 anni fa

@roby
hai perfettamente ragione, salvo che quella ciclabile non era per nulla sicura per chi ci passava (me compreso, a piedi o di corsa): bastava alzare lo sguardo e mi chiedevo sempre cosa sarebbe successo con i primi temporali…. non che ci volesse “iddio” in persona per capire che era stato fatto un lavoro molto pericoloso per l’incolumità delle persone… purtroppo…. però se le menti che ci governano sono quelle lì, che ci vuoi fare … la trasmissione Report ha fatto vedere i lavori nuovi ma nati già altamente “pericolosi” dell’ANAS con conseguenti dimissioni del Presidente…. figuriamoci cosa accadrebbe se facessero un’inchiesta su quel tratto di ciclabile.

Bruno Banchini
Bruno Banchini
9 anni fa

Se venisse fatto il collegamento La Querce _ La Macine _ Gonfienti verrebbe collegata tutta (tutta!!!) l’area nord est di Prato con la stazione ferroviaria e con il centro città attraverso la mobilità sostenibile…un progetto importante e significativo…e proprio per questo non verrà mai fatto. Il particulare è posto sempre avanti nell’agenda. Prima la tutela di interessi speculativi per qualche fazzoletto di terra (la cui edificabilità non è per diritto divino ma è sempre l’ente pubblico a deciderla) poi le infrastrutture di pubblica utilità che potrebbero ridurre inquinamento, incidenti e migliorare la salute. Aspetti idealistici e quindi lontani dalla politica odierna.