12 Maggio 2015

Tagli BpVi, gli esuberi potrebbero salire a 370. Il cda accetta le dimissioni di Samuele Sorato


Si aspettavano un intervento da parte del capo del personale o comunque dai vertici della banca, i sindacati intervenuti ieri pomeriggio a Vicenza per una riunione, dicono, programmata da tempo. All’ordine del giorno definito tempo addietro, qualcuno si aspettava un eventuale anticipazione sui temi che tengono banco da venerdì scorso, da quando la BpVi ha annunciato la chiusura di 150 filiali e 200 licenziamenti, a cui potrebbero aggiungersi altri 170 esuberi che verrebbero però riallocati. Invece niente, anzi: l’informativa con dettagli in merito ai tempi e ai modi delle riduzioni preannunciata inizialmente in arrivo per la tarda serata di ieri, non è arrivata e non arriverà, dicono, prima di venerdì. Fino ad allora dunque non si potrà conoscere in maniera ufficiale se e quanto queste chiusure e licenziamenti annunciati peserebbero sul nostro territorio.
Per ora solo voci di corridoio: come i tre anni di tempo stimati per procedere alle 150 chiusure, la metà delle quali però, una settantina circa, verrebbero portate a termine entro la fine di quest’anno. Niente di più al momento. Intanto il consiglio di amministrazione della Banca Popolare di Vicenza riunitosi quest’oggi alle 15, ha ratificato le dimissioni di del direttore generale Samuele Sorato, presentate venerdì scorso. In pole position per il dopo-Sorato il nome più accreditato – anche se per ora non scioglie il riserbo – è Divo Gronchi, già consigliere delegato di BpVi e banchiere molto stimato sia dalla Banca d’Italia che dalla Bce”, dal 2011 direttore generale della Cassa di Risparmio di San Miniato e ultimo presidente della Cariprato prima dell’incorporazione. Gronchi potrebbe essere il traghettatore ideale verso un futuro che a Vicenza molti vorrebbero in comune con quello di veneto banca.

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