18 Giugno 2015

Dodicimila pratesi hanno problemi renali senza saperlo. Cresce il numero dei dializzati cinesi per l’uso di erbe dimagranti


Si ammalano in modo silente ma non per questo meno pericoloso. Quasi il 5% della popolazione pratese ha un danno alla funzionalità renale e, spesso, non ne è a conoscenza. Tradotto: tra i 10mila e i 12mila cittadini soffrono di problemi di tipo nefrologico, con un rischio di incorrere in infarti ed ictus 30 o 40 volte maggiore rispetto a un soggetto sano.

E’ da qui che si deve ripartire per fare prevenzione: ne è convinto il professor Marcello Amato, direttore di Nefrologia e coordinatore dei Dipartimenti ospedalieri, che dopo 26 anni alla guida dell’Unità operativa – nata contestualmente alla nomina di primario – lascia il timone di un fiore all’occhiello della sanità pratese.

Ad agosto il medico, molto stimato anche a livello internazionale, andrà in pensione. Saluta una struttura che registra 26mila trattamenti di dialisi all’anno e che segue 170 pazienti dializzati e 40 trapiantati.

“I primi anni sono stati di assestamento – ricorda il professor Amato – per capire quale era il trend in un momento in cui il numero dei dializzati cresceva in maniera consistente: siamo passati nel giro di circa quindici anni da 60 a 180 malati. In seguito abbiamo lavorato per intercettare le prime avvisaglie di malattia renale facendo molti passi in avanti. Abbiamo dato vita a una struttura solida per cui il numero dei pazienti che in questi anni entra in dialisi è pari a quello che ne esce per trapianto o altri eventi”.

E se le liste d’attesa contano ancora una media di 180 giorni, è anche vero che i 7 medici dell’unità, assieme ai 54 infermieri operativi, hanno sempre saputo fronteggiare e dare risposte all’urgenza in meno di 24 ore. Nessuna criticità, dunque, per una realtà che si trova a fare i conti adesso anche con una pericolosa abitudine della comunità cinese.

“Loro usano in particolare delle erbe nella loro alimentazione. Molte non le conosciamo – rimarca il professore – ma una abbiamo imparato bene a conoscerla. La assumono nelle diete dimagranti e in sei mesi porta i soggetti che ne fanno uso alla caduta della funzionalità renale e alla dialisi”.

Non ultima, la ricerca: entro il 2017 verrà completata una sperimentazione da parte dell’unità operativa che porterà al superamento dell’Epo per il trattamento dell’anemia. Il professor Amato continuerà a collaborare a titolo gratuito e in forma volontaria con l’Asl per portare avanti progetti nel campo dell’indagine medica.

Giulia Ghizzani

 

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