22 Settembre 2015

A Prato il primo Forum sull’arte contemporanea italiana


Quarantadue tavoli di partecipazione, quattrocento addetti ai lavori e oltre mille partecipanti sono i numeri del primo Forum dell’arte contemporanea italiana che si terrà a Prato dal 25 al 27 settembre in vari luoghi della città organizzato dal Centro per l’Arte Contemporanea Luigi Pecci dell’omonima città toscana. Saranno tre giorni in cui “si cercherà di fare il punto – ha detto Fabio Cavallucci, direttore del Centro per l’Arte Contemporanea di Prato – sul sistema arte in Italia e capire le ragioni che non lo rendono competitivo su scala internazionale, arrivando a immaginare soluzioni, proposte costruttive e formulare strategie condivise”. Presenti al forum gli operatori del settore: artisti, critici, storici, curatori, docenti di accademie pubbliche e private, direttori di musei e fondazioni, direttori di testate specialistiche, galleristi, collezionisti e mecenati. Tra i relatori Hanna Wróblewska, direttrice dello spazio espositivo Zachta di Varsavia; Patrick Gosatti della Pro Helvetia e Nick McDowell, direttore International Arts Council. A questi si aggiungono i talk con personalità prestigiose come José Albuquerque Tavares, economista Universidade Nova de Lisboa; Stefano Velotti, professore associato di Estetica de La Sapienza di Roma e Vicente Todolì, direttore artistico HangarBicocca di Milano. Tra le tematiche trattate il rapporto fra politica e cultura; fra arte, società e formazione e le problematiche dell’assenza di strategie condivise per promuovere l’arte italiana all’estero. Obiettivo finale della tre giorni quello “di dotarsi – ha spiegato Cavallucci – di alcuni principi ‘guida’ che possano
facilitare gli operatori del settore a mettere a frutto strumenti utili per far assumere all’arte contemporanea un ruolo preminente anche nelle politiche culturali nazionali”.

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slashpo
slashpo
8 anni fa

Mah…secondo me per fare il punto della situazione basta passare dal viale della Repubblica e domandarsi perché è sempre chiuso o magari come mai può esistere la carica di direttore di un museo chiuso da anni!!
Sarà una contemporanea forma d’arte