BpVi, nel piano industriale previsti 575 esuberi e la chiusura di 150 sportelli. I sindacati: “Fare pulizia dei vertici aziendali”


Un piano industriale che somiglia molto a un piano di salvataggio, costruito nella bufera dei bilanci in rosso, le azioni legali dei soci e l’indagine della Procura per i reati di aggiotaggio e ostacolo alla vigilanza. La Banca Popolare di Vicenza prova a ripartire con una cura da cavallo: il piano industriale 2016 / 2010 presentato ai sindacati prevede ben 575 esuberi, quasi il 10% del totale dei dipendenti, con ricorso al fondo esuberi di settore su base volontaria. Confermata la chiusura di 150 sportelli, tra cui quattro pratesi: Casale, San Paolo, Zarini e La Briglia che saranno accorpati ad altre agenzie. è stata prospettata ai sindacati la cessione o riorganizzazione di società controllate.

Secondo l’amministratore delegato Francesco Iorio la  Banca Popolare di Vicenza ha tuttavia “tutte le qualità tecniche e strategiche per continuare ad essere una realtà capace a stare sul mercato e a puntare a diventare nella sua fascia di grandezza una delle migliori banche italiane”. L’obiettivo, ha ribadito, resta quello di quotarla in Borsa entro giugno del 2016, ovvero subito dopo l’esecuzione dell’aumento di capitale da 1,5 miliardi di euro garantito da UniCredit. Iorio avrebbe infine frenato sulla possibilità che arrivi un socio forte e, al tempo stesso, allontanato l’ipotesi che possa essere proprio UniCredit il ‘cavaliere bianco’, essendo garante dell’inoptato. “La Vicenza – ha detto ai sindacati – sarà una banca di mercato e trasparente grazie alla quotazione e alla trasformazione in Spa. Inoltre, entro giugno è previsto anche il rinnovo del Cda”.
BpVi prevede un ritorno all’utile già nel 2016, con un risultato positivo per 200 milioni nel 2018. La Banca prevede inoltre una riduzione del costo del personale dello 0,4% entro il 2020. “Prevediamo un utile superiore ai 200 milioni nel 2018 e superiore ai 330 milioni nel 2020” – ha detto il Ceo della Popolare di Vicenza, Francesco Iorio, che ha aggiunto: “Fino alla quotazione in Borsa e all’aumento di capitale” la Popolare di Vicenza non cercherà un partner con cui fondersi. “Dopo questi due passaggi saremo forti per valutare un’operazione con calma, prudenza e senza fretta, un’operazione paritetica, possibilmente con banche che abbiano stessa dimensione operativa”.
Secondo i sindacati Fabi, First/Cisl, Fisac/Cgil e UNISIN “prima di qualsiasi intervento
sul personale vanno eliminati gli imbarazzanti Consigli di Amministrazione in essere sulle Aziende del Gruppo, certamente più costosi dei lavoratori stessi”.

“Il rilancio di questo gruppo non può partire dal sacrificio esclusivo dei dipendenti: deve essere completata – e la richiesta giunge a gran voce dai Colleghi – la necessaria opera di pulizia del vertice aziendale. Tale opera deve includere quelle figure apicali che hanno fatto scelte irresponsabili, scelto di non vigilare, umiliato il personale e, ancora oggi, cercano di rovesciare sui colleghi colpe che vanno cercate altrove! Ribadiamo la richiesta di idonee azioni di responsabilità nei confronti dei cattivi amministratori”.

I lavoratori si dicono pronti a collaborare con le indagini della Procura: “A tal proposito raccogliamo l’invito del Consigliere Delegato a rivolgersi alla Procura della Repubblica per segnalare qualsiasi violazione di legge. Abbiamo chiesto al Consigliere Delegato di tutelare i colleghi che hanno operato eseguendo gli ordini dei superiori. FABI, FIRST, FISAC, UNISIN chiedono che i sacrifici partano dall’alto (taglio dei numeri dei componenti del Cda, eliminazione dei premi a figure apicali, benefit, riduzione degli stipendi del top management, diminuzione dei Manager alcuni dei quali hanno contribuito ai negativi risultati e/o non hanno denunciato quanto dovevano)”.

Leggi il documento integrale dei sindacati

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Alessino
Alessino
8 anni fa

Come tanti mi fu detto anche a me di investire a gran voce più volte nei titoli,in particolare dicendomi se lo avessi fatto invece dell 8 percento su 10.000 euro di prestito mi davano il 6%100! Io gli risposi io ti levo 10.000 dal conto punto! È così feci! Dicendo quando 1 a fame deve mangiare 1 fetta!non tutto il filone di pane! E che io avevo smesso di convivere perché ero obbligato! E che nelle obbligazioni e truffe varie che i soldi celi dovevano mettere sia la sua impiegata e ex capo della banca al suo tempo,della filiale di Galciana!