16 Ottobre 2015

BpVi, Biffoni incontra il direttore Iorio: “Rassicurazioni su posti di lavoro e presenza sul territorio ma i prossimi mesi saranno durissimi”


Incontro interlocutorio, ieri pomeriggio a Firenze, tra il sindaco di Prato Matteo Biffoni e il direttore generale della BpVi Francesco Iorio per discutere delle scelte dell’istituto creditizio e del rapporto della banca col territorio: un confronto necessario, soprattutto alla luce delle notizie degli ultimi mesi, sia per quanto riguarda il deprezzamento delle azioni e la ricapitalizzazione, sia sull’immediato futuro della Popolare di Vicenza.
“Non voglio interferire con il lavoro della banca, ma da sindaco rappresento le preoccupazioni dei pratesi che, stando a ciò che è accaduto negli ultimi mesi, non vedono un futuro roseo – sottolinea Biffoni -. Abbiamo risparmiatori e imprese che hanno investito in azioni destinate a perdere gran parte del loro valore, posti di lavoro che ci auguriamo vengano mantenuti, un territorio che nella Banca Popolare di Vicenza ha un punto di riferimento anche per l’accesso al credito”.
Preoccupazioni tangibili per il distretto a cui il direttore generale ha dato risposta. Iorio ha quindi fatto il punto della situazione, spiegando come il rilancio della banca debba necessariamente passare dal mercato (e quindi da una riduzione del valore delle azioni). Rassicurazioni sono invece arrivate sul fronte dei posti di lavoro, della presenza e del legame con la città: “Secondo quanto mi ha riferito il direttore – riporta il primo cittadino – potrà esserci qualche accorpamento di sportelli senza comunque ridurre il servizio sul territorio. Sicuramente il direttore ha ben chiaro come per la città il rapporto con la banca debba essere costante, soprattutto in questo momento difficile, e da sindaco ho chiesto di essere tenuto al corrente dei passi cruciali”.
Biffoni ha posto anche la questione dei quadri di Palazzo Alberti: “Ho trovato un’importante apertura: il direttore Iorio ha capito come mettere a disposizione della collettività pratese le opere d’arte, rendendole fruibili da parte dei pratesi, possa essere un segno di rispetto – conclude – per una città che ha lì un pezzo della propria cultura”.
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