28 Ottobre 2015

Sanità, allarme dei sindacati: “Mancano 100 infermieri e Oss. E la Regione non tocca gli stipendi dei manager”


Il rinnovo di 70 contratti in scadenza a fine ottobre non ha colmato il deficit di organico di infermieri, operatori sociosanitari e amministrativi in servizio alla Asl di Prato. Altri 71 contratti giungeranno a scadenza a fine anno, 22 posti di lavoro sono stati persi negli scorsi mesi e per assicurare gli stessi livelli di assistenza sanitaria di maggio scorso, prima cioè che fossero ridotti i posti letto in ospedale nel periodo estivo, occorrono un centinaio di addetti. A denunciarlo sono Cgil, Cisl e Uil, che giudicano positivamente il primo incontro avuto con il nuovo commissario di area vasta centro Paolo Morello, ma chiedono assicurazioni per il futuro, a partire dalla stabilizzazione dei precari.
“Nella nostra Asl, storicamente, si è fatto un uso improprio del lavoro precario – spiega Patrizia Pini, della Uil – laddove altrove vi si ricorreva solo nei casi di gravidanza o di lungodegenza per malattie, a Prato si è assunto a tempo determinato anche per sostituire il personale andato in pensione. Ci aspettiamo che anche in base ad un accordo regionale stipulato con l’assessore Saccardi si possano stabilizzare numerose posizioni”.

“La situazione è difficile – aggiunge Massimo Cataldo della Cisl – ai lavoratori vengono chiesti molti straordinari (oltre 32 mila ore previste nel 2015, pari al lavoro ordinario in un anno di 22 persone, ndr) e vengono negate le ferie: c’è perfino chi ha maturato 50 giorni e non riesce a poterne beneficiare. Capita anche che alcune figure debbano svolgere mansioni non proprie, come ad esempio un infermiere che è chiamato a provvedere all’igiene dei degenti, essendo insufficiente il numero di operatori socio-sanitari. Tutto ciò porta a una situazione di tensione che non facilita il rapporto con i pazienti”.

Piante organiche di area vasta, occasione per Prato
Entro fine anno dovranno essere stabilite le piante organiche di area vasta. Potrebbe essere l’occasione per Prato – inserita nell’Aslona Toscana centro con Empoli, Firenze e Pistoia) – per recuperare il gap di personale rispetto ad altre realtà, calcolato in oltre 700 addetti. Cgil, Cisl e Uil segnalano infatti che la provincia di Prato è penultima in Toscana con un rapporto tra abitanti e personale sanitario pari a 1,04 addetti ogni 100 abitanti, a fronte di una media regionale di 1,32 operatori sanitari ogni 100 cittadini. “È il momento per la politica e l’amministrazione comunale di far valere le ragioni del nostro territorio” – commenta Sandro Malucchi, Cgil, che prende posizione anche sulla riduzione delle spese dei manager, indicata dalla Regione tra gli obbiettivi della riforma sanitaria.

 “La riforma sanitaria della Regione non va a toccare gli stipendi dei manager”

Delibere alla mano, secondo i calcoli del sindacato, emerge ad esempio che Roberto Abati da direttore generale della Asl di Pistoia guadagnasse 136.971,24 euro, e che i suoi emolumenti con il nuovo incarico di presidente del Sior, tra stipendio, bonus di progetto (24 mila euro) e indennità (15 mila euro), superino comunque i 114 mila euro complessivi, con una riduzione rispetto a prima, pari a 22.8000 euro.
Simile il caso di Lorenzo Roti, che da direttore sanitario della Asl 2 di Lucca percepiva 111.544 euro, e che nel nuovo incarico al “comando intercompartimentale in uscita” presso la Regione arrotonderà con 30 mila euro di progetto lo stipendio base di 75.156,74 euro. In questo caso la differenza rispetto a prima è di appena 6.387 euro in meno.

“Abbiamo verificato sostanzialmente che i vecchi direttori generali, direttori sanitari e direttori amministrativi pur perdendo i loro incarichi a seguito di questa prima applicazione della riforma, hanno mantenuto sostanzialmente il medesimo stipendio di quando svolgevano queste funzioni – commenta Sabdro Malucchi -. È evidente, e questo fa parte della piattaforma di Cgil, Cisl e Uil, che se ci sono le risorse per dare continuità a quegli stipendi quando si sarebbe potuto invece procedere in direzioni diverse pur nel rispetto del contratto collettivo nazionale – se insomma, ci sono le risorse per le figure apicali, devono esserci le risorse anche per i lavoratori e per i cittadini che fruiscono del servizio sanitario”.

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pisolo
pisolo
8 anni fa

Mettete i manager a fare gli infermieri cosi’ la doppia mansione potrebbe giustificare gli stipendi esorbitanti.

uomolota
uomolota
8 anni fa

ma certo, mica so fessi da abbassarsi lo stipendio i dirigenti…

Pisolo
Pisolo
8 anni fa

Mandiamo i manager a fare gli infermieri cosi’ la doppia mansione potra’ giustificAre almeno in parte gli stipendi esorbitanti!

edo
edo
8 anni fa

Peccato manchi la moralità, basterebbero poche attenzioni a migliorare la vita di tutti i cittadini

Hokuto80
Hokuto80
8 anni fa

Costretti a fare l’igiene…ma stiamo scherzando… e che compiti ha un infermiere… fare gli scribacchini in ufficio… mi sembra che nei moduli di infermieristica al 1 anno.. igene sia ben altro…