11 Dicembre 2015

Banca Popolare Vicenza, i sindacati: “Esponenti del Cda hanno ceduto quote milionarie poco prima del deprezzamento delle azioni”


Dopo le perquisizioni di ieri della Guardia di Finanza e l’iscrizione nel registro degli indagati di sette direttori di filiali pratesi dell’istituto di credito vicentino, i sindacati bancari della BpVi prendono posizione e ribadiscono che le responsabilità sulle modalità di collocazione delle azioni della Banca sono da ricercare nei vertici, a partire dal cda e dal top management.
In una nota stampa, Fabi, First, Fisac e Unisin denunciano un’altra circostanza che se confermata aggraverebbe il quadro. I sindacati segnalano che molti dipendenti del gruppo hanno investito i propri risparmi personali e familiari in azioni della Banca Popolare di Vicenza e che non è stato consentito loro di disinvestire anche piccole quote azionarie neppure in presenza di esigenze personali documentate.
“Alcuni esponenti del CdA – aggiungono i sindacati – risulta invece che abbiano potuto “cedere” quote milionarie di azioni pochi mesi prima del loro deprezzamento…”.

I sindacati manifestano piena fiducia nella magistratura chiedono “che si faccia piena luce sulla vicenda e si arrivi ad accertare in tempi brevi la reale insussistenza di queste presunte ipotesi di reato per accertare le effettive responsabilità in merito ai fatti contestati. Non possiamo accettare infatti che ricadano sui lavoratori oggi indagati le scelte gestionali e le responsabilità degli organismi deliberativi delle politiche aziendali”.

I sindacati rivendicano la richiesta di avviare una azione di responsabilità nei confronti del CdA e dei Top Manager che si sono resi responsabili di politiche aziendali fallimentari. E fanno sapere di essere intervenuti duramente alla vigilia degli ultimi aumenti di capitale contro le politiche commerciali della Banca. In particolare viene citata “una esplicita diffida recapitata il 29-10-2012 all’allora Direttore Generale Samuele Sorato dal mettere in atto prassi aziendali in palese violazione con le norme civilistiche che vietano alle società di ‘accordare prestiti e fornire garanzie per l’acquisto o la sottoscrizione di azioni proprie’”.

“Recentemente – continuano i sindacati – il Tribunale civile di Vicenza ha sentenziato che la scelta di attivare operazioni di finanziamento finalizzate all’acquisto di azioni proprie in BPVi sottostava “ad una precisa e voluta scelta politica della società” e che “la situazione porta a ritenere che tutti gli organismi della banca ne fossero a conoscenza”…. CdA in primis. Se il DG Sorato (che percepiva uno stipendio annuo di 1,7 milioni euro) e il top manager della Banca – tuttora inquisiti per diverse ipotesi di reato – operavano secondo il Tribunale di Vicenza “nell’esercizio della policy aziendale” deliberata dal CdA, calando a loro volta le direttive e le prassi commerciali sulla rete, come è pensabile che tutte le responsabilità debbano ricadere oggi sui dipendenti che operavano con compiti meramente esecutivi nell’applicazione di prassi definite e consolidate?”

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Bacchino
Bacchino
8 anni fa

Noi italiani per non arrestare un banchiere ce le inventiamo di sotto terra invece dico un PAPA non ci ah pensato tanto.uno,dieci,cento,mille di PAPI FRANCESCO.