11 Dicembre 2015

Colletta in Questura per aiutare una donna rimasta senza un tetto, i poliziotti benefattori: “Meglio che fare un arresto” VIDEO


“Non potevamo lasciare una donna in mezzo a una strada al buio e al freddo, e visto che a tarda sera non si trovava un’altra soluzione abbiamo fatto una colletta con i colleghi del turno, le abbiamo cercato un albergo e abbiamo pagato una stanza”.
Così, con grande semplicità, i due poliziotti delle volanti Marco Zanchi e Marco Zudetic, raccontano il gesto di solidarietà compiuto alcuni giorni fa per aiutare una signora, separata dal marito e in difficoltà, che assieme alla figlia di 17 anni non sapeva dove trascorrere la notte di vigilia dell’Immacolata e ha chiamato il 113.
“Ci sono tante situazioni difficili in città e non crediamo di aver fatto niente di eccezionale: capita spesso, magari non di pagare una stanza di albergo, ma di fornire un punto di appoggio e ausilio alle persone in difficoltà” dice il capoturno Zanchi. “La signora e la figlia erano scosse, si vedeva che erano provate da una situazione di disagio che va avanti da tempo – aggiunge l’assiste capo Zudetic – Erano state ospitate da parenti e quella sera si sono trovate per strada. Non sapendo più cosa fare ci hanno chiamato e ci siamo adoperati”.

La ragazza ha trovati alloggio dalla nonna paterna. Per la madre, invece, è scattata la “gara” di solidarietà fra poliziotti i quali le hanno pagato l’albergo per una notte in attesa dell’intervento dei servizi sociali, che già conoscevano la sua situazione e l’avevano aiutata.

Non è la prima volta che le forze dell’ordine decidono di intervenire in soccorso ai più bisognosi, con iniziative spontanee. A fine ottobre altri agenti avevano pagato la spesa ad una donna che – in stato di necessità – aveva tentato di rubare generi alimentari in un supermercato. Gesti che rimarcano la funzione sociale delle forze dell’ordine, impegnate non solo per garantire la sicurezza. “Non è che soltanto denunciamo e arrestiamo le persone – sottolinea Zanchi -. Spesso e volentieri andiamo anche in soccorso. Sono proprio questi gli interventi che magari hanno meno risalto, ma che a noi operatori danno più soddisfazione. Penso di parlare a nome di tanti altri colleghi: meglio dare una mano a una persona, piuttosto che fare un arresto. Perchè un arresto presuppone che qualcuno abbia subìto un danno, mentre un’azione come questa è in un certo senso preventiva: facciamo del bene prima che succeda qualche cosa”.

Dario Zona

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