18 Dicembre 2015

Irregolarità nei cantieri, sindacati e Ispettorato del Lavoro uniscono le forze. L’appello di Cgil, Cisl e Uil alle aziende: “Fidatevi di più delle parti sociali”


Stretta sui controlli nel settore dell’edilizia pratese. Ad annunciare il pugno di ferro sono i sindacati del comparto che a gennaio, in accordo con l’Ispettorato del Lavoro, daranno il via a un monitoraggio più incisivo sul territorio. L’obiettivo, al solito, è scovare e denunciare le irregolarità. Troppe, nella giungla delle costruzioni, una realtà che conta – ad oggi – 420 imprese a livello provinciale e 930 adetti totali iscritti alla Cassa Edile Pratese.

“Cercheremo di fare tutto ciò che è nelle nostre possibilità – sottolinea Enrico Menici di Filca-Cils Prato -. Proveremo a calendarizzare gli impegni e, se necessario, passeremo al personale dell’Ispettorato le nostre segnalazioni. Ovviamente, spetterà a loro recarsi sui cantieri ma noi siamo pronti a fare la nostra parte per il rispetto delle regole. Vogliamo far emergere le criticità contrattuali ed evitare tragedie”.

Un effetto domino, quello tra crisi e lavoro nero nei cantieri. Ma la difficile congiuntura economica – attaccano le parti sociali – sta ridisegnando persino l’iter tradizionale dei negoziati: fallimenti e ridimensionamenti dell’organico, spiegano Cgil, Cisl e Uil, vengono gestiti dalle aziende in tempi troppo stretti e senza il tempestivo contributo delle sigle sindacali, chiamate in causa in ritardo quando ormai, per la tutela vera dei lavoratori, resta purtroppo poco da fare.

“L’appello che lanciamo è semplice: chiediamo alle aziende di fidarsi di più dei sindacati – rimarca Emilio Testa della Fillea-Cgil Prato -. Quando siamo stati chiamati nei tempi corretti siamo riusciti a dare precise informazioni alle aziende sia in merito alle condizioni economiche che per quanto riguarda le procedure relative agli ammortizzatori sociali. Non vorremmo sentir dire più ai lavoratori, come talvolta accade, che non si sentono supportati dal sindacato. Il sindacato c’è ma le imprese ci permettano di fare il nostro lavoro per il bene dei dipendenti”.

Nel corso della conferenza stampa i sindacati hanno fatto riferimento al caso della storica azienda Brunetti e Antonelli Spa, che si avvia alla chiusura. Con un accordo sottoscritto agli inizi di dicembre, è stata aperta la cassa integrazione ministeriale per 22 dei 31 dipendenti della ditta, mentre i restanti 9 troveranno collocazione in un nuovo ramo aziendale che dovrebbe diventare operativo con l’avvio del nuovo anno.

“Siamo preoccupati per questi 22 dipendenti che non si sa quando riceveranno la prima indennità di Cassa integrazione – conclude Antonio Ciampi di Feneal Uil Prato -. Per quanto riguarda invece i nove soggetti che confluiranno nella nuova compagnia, ci domandiamo in che modo potranno farsi carico del lavoro, di tutti gli appalti dell’azienda. Si tratta infatti di due capo-cantieri, due autisti, quattro tecnici e un amministrativo. In che modo questo personale potrà far fronte agli impegni presi”.

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