Le aziende del distretto che hanno resistito alla crisi sono più patrimonializzate e sono tornate ad accrescere i loro ricavi, superando di gran lunga sia i valori del 2009 (con una variazione positiva del 30%) sia quelli del 2004 (+23,9%). Di conseguenza, migliora anche il margine operativo lordo, anche se ci sono forti differenze fra aziende del comparto. Se infatti i produttori tessili fanno registrare un +50,4%, parte dei contoterzisti – soprattutto filature cardate e aziende di nobilitazione – non hanno ancora recuperato i margini lordi aggregati del 2004 con segni meno a doppia cifra.
Sono questi alcuni dei risultati del focus pratese dell’indagine sui bilanci 2014 delle imprese condotta dal Centro Studi di Confindustria Toscana Nord, dopo la fusione tra le associazioni industriali di Prato, Pistoia e Lucca. Il report ha preso in esame 21 mila società di capitali, concentrandosi su quelle che nel decennio compreso fra il 2004 e il 2014 sono rimaste attive.
Il recupero dei ricavi rispetto al 2009 è generalizzato, ma spiccano le performance del meccanotessile che ha più che raddoppiato il dato e quelle dei terzisti (+ 38,5%). Bene anche l’abbigliamento (maglieria, confezioni e accessori).
Tra le evidenze nel distretto tessile, c’è anche il rafforzamento patrimoniale negli anni successivi al 2010, collegato alla maggiore selettività del credito registrata a partire dal 2011: l’incremento del 6,9% del passivo aggregato registrato tra il 2010 e il 2014 risulta determinato per oltre il 62% dall’incremento del patrimonio netto.
“La crescita del patrimonio medio delle imprese è un segno positivo che può essere determinato da minore capacità finanziaria da parte delle banche e dalla necessità di ricapitalizzazione delle aziende che hanno passato momenti di crisi – afferma il presidente di Confindustria Toscana Nord Andrea Cavicchi -. Quello che vediamo è che gli imprenditori stanno mettendo del loro patrimonio nelle imprese”.
