25 Febbraio 2016

Asilo a chi fugge da terrorismo e persecuzioni: la Cassazione accoglie il ricorso di un nigeriano di fede cristiana


Scatta la protezione umanitaria, o il diritto di asilo politico, per i migranti che fuggono da paesi nei quali imperversa il terrorismo e la persecuzione religiosa senza che gli stati in questione siano in grado di contrastare efficacemente i crimini del fondamentalismo islamico. Il riconoscimento arriva dalla Cassazione che – con la sentenza 3758 – ha accolto il ricorso contro il Ministero dell’Interno presentato da Patrick O., un nigeriano di fede cristiana fuggito dal suo paese nel 2003 e arrivato in Italia, a Prato, per sfuggire alla pericolosa situazione della sua terra d’origine. Solo nel 2011, l’uomo aveva presentato domanda di asilo politico, quando aveva iniziato ad avere problemi con i documenti, sebbene avesse regolarmente rinnovato il passaporto presso l’ambasciata nigeriana. La sua richiesta era stata respinta dalla ‘Commissione per il riconoscimento della protezione internazionale’, e il ‘no’ era stato ratificato dal Tribunale di Ancona nel 2013, e poi dalla Corte di Appello di Ancona, nel 2015. Ad avviso dei magistrati di merito non c’erano i presupposti per concedere protezione o asilo a Patrick dal momento che le “persecuzioni asseritamente subite” provengono “non da un soggetto statuale o da responsabili di partiti o organizzazioni che controllano lo Stato ma da un gruppo religioso nei cui confronti vi è una attività di contrasto, seppure non sempre efficace, da parte dello Stato”. Insomma queste condizioni non consentirebbero di appellarsi alla Convenzione di Ginevra e il rinnovo del passaporto dimostrerebbe, invece, “la mancata frattura del legame sociale tra il cittadino straniero e il suo paese di origine”. Ma la Cassazione non ha condiviso queste obiezioni e ha ritenuto “fondato” il ricorso di Patrick sottolineando. Nel loro verdetto gli ‘ermellini’ – presidente Massimo Dogliotti, relatore Giacinto Bisogni – rilevano che “non è stata adeguatamente valutata la situazione oggettiva e attuale del paese di origine notoriamente interessato da gravi episodi di violenza indiscriminata localizzati in numerose aree e regioni, dal controllo sempre più esteso del territorio da parte di gruppi terroristici e persecutori nei confronti di cittadini di fede cristiana, dall’impotenza o soggezione dell’apparato statuale di fronte a tale situazione”. Ora, la Corte di Appello di Ancona, in diversa composizione, dovrà riprendere in mano il caso di Patrick e ‘aprire’ alla concessione del diritto a rimanere in Italia per salvaguardare la sua incolumità.

Subscribe
Notificami
guest
0 Commenti
Inline Feedbacks
View all comments