3 Febbraio 2016

Azienda pratese hi-tech “digitalizza” Pompei


Chi dice che con la cultura non si mangia, forse non pensa a quanto le nuove tecnologie abbiano cambiato le cose anche in questo settore. Consentendo ad imprese innovative di intervenire nel grande patrimonio culturale e artistico del nostro Paese. Come è successo alla Space S.p.a, azienda pratese fondata nel 1996 con un focus sulle tecnologie dell’informazione applicate alla valorizzazione e gestione del patrimonio culturale, che dopo vari progetti – tra cui la realizzazione di un museo virtuale dei tesori artistici di Venezia e l’allestimento multimediale di Palazzo Pretorio – si è aggiudicata in RTI con Stelf, il “Grande Progetto Pompei”. Si tratta del piano nazionale finalizzato alla tutela dell’area archeologica di Pompei (con Ercolano e Stabia) che prevede una serie di interventi conservativi, di prevenzione, manutenzione e restauro. In pratica, la Space – che nelle tre sedi tra cui quella di via Torelli a Prato conta oltre 40 dipendenti, oltre ad una fitta schiera di collaboratori assunti ad hoc per i diversi progetti, come nel caso di Pompei – si occuperà di condizionamento, digitalizzazione e catalogazione di un archivio fotografico e cartaceo di indubbio valore storico: negativi su pellicola, negativi su lastre di vetro, diapositive, diacolor, video, accostati a inventari dei reperti, note di spedizione, diari di scavo, un totale di circa 183.500 originali fotografici e di circa 27.700 pagine di originali cartacei. Il materiale fotografico, databile tra inizio Novecento fino al primo decennio del Duemila, documenta le numerose attività di scavo e di restauro, proponendo vedute delle insulae di Pompei, dettagli di pitture parietali, particolari dei reperti o di resti scheletrici che affiorano, scatti dei danni dopo terremoti, furti o durante le guerre: una documentazione di grande pregio non solo per conoscere la storia degli scavi in questo straordinario sito archeologico, ma anche come testimonianza delle tecniche, delle imprese, ed anche delle curiosità sulle attività di scavo attraverso i secoli. Le attività – come si legge sul sito internet della società – sono iniziate lo scorso dicembre, ed hanno previsto il trasporto degli originali in un ambiente appositamente allestito per ospitare i delicati e preziosi reperti, e l’avvio delle attività di spolveratura e condizionamento degli originali; la fase successiva, quella della digitalizzazione, è tuttora in corso, e prevede il trattamento dei materiali fotografici e cartacei con scanner di ultima generazione e tecnologicamente evoluti, per consentire la corretta acquisizione di tutti gli originali. La fase di post-elaborazione delle immagini acquisite è altrettanto rilevante, perché consentirà di valorizzare e mantenere nel tempo il patrimonio fotografico, grazie ad immagini digitalizzate che evidenziano tutti i particolari effettivamente presenti nello scatto. In un secondo momento, i materiali verranno indicizzati e sarà fornito il software di catalogazione che consentirà alla Soprintendenza di proseguire le attività catalografiche in futuro.

Lu. Pe.

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