2 Febbraio 2016

“Lavoro sicuro”, quasi 5 milioni di euro riscossi nel 2015. Oltre 2 milioni e mezzo arrivano da Prato


Quasi quattro milioni e novecentomila euro riscossi in un anno, da gennaio a dicembre: 4 milioni e 861 mila euro, per la precisione. A tanto ammontano la sanzioni riscosse dalle Asl nel 2015 e trasferite alla Regione, pagate dalle imprese, per lo più cinesi, controllate dagli ispettori per la sicurezza sul lavoro messi in campo un anno e mezzo fa dalla giunta regionale dopo il rogo della Teresa Moda. “Un bel risultato, per un progetto che vogliamo mantenere e consolidare anche in futuro” commenta il presidente della Toscana, Enrico Rossi.

Gli uffici avevano stimato di arrivare, sulla base dei dati dei primi sei mesi del 2015, a 4 milioni e mezzo di sanzioni incassate: sono invece quattrocentomila euro in più. Il che dice due cose. La prima è che le imprese cinesi colte in fallo, a differenza di quanto accadeva due o tre anni fa, non scompaiono nel nulla, cercando magari di riaprire i battenti sotto altro nome ma con gli stessi problemi, ma ottemperano alle prescrizioni e pagano. La seconda è che questo trend, già emerso l’anno scorso, si rafforza: una tendenza in crescita e inedita per le dimensioni. Dunque una buona notizia.

Dopo il 1 dicembre 2013, dove a Prato sette operai cinesi morirono nel rogo della fabbrica dove lavoravano ma anche vivevano e dormivano, la Regione ha deciso di lanciare il guanto della sfida per contrastare in maniera netta e decisa quell’illegalità diffusa che, oltre a non garantire ai lavoratori i diritti fondamentali, alimenta un’economia sommersa e un nero che si stimava valesse allora un miliardo di euro l’anno. Con il progetto “Lavoro sicuro” la Regione ha programmato di controllare settemilasettecento aziende in tre anni tra Prato, Firenze, Empoli e Pistoia, tutte quelle censite e ritenute a rischio. A fine 2015 ne sono state già verificate 4.415, ovvero il 57,3 per cento.

“L’integrazione si realizza facendo in modo che le regole valgano per tutti e con la presenza costante sul territorio questo è possibile – ricorda Rossi – . Quanto abbiamo fatto con questo progetto, in collaborazione con le procure e le aziende sanitarie, è un modello che replicheremo su altri versanti, per esempio sul terreno delle frodi agro-alimentari”

La crescita delle sanzioni riscosse costituisce un significativo indizio di cambiamento. L’idea è che stiano ulteriormente crescendo le imprese che scelgono, sia pur dopo i controlli, di mettersi in regola. Erano già molte ad aprile del 2015 dopo otto mesi di verifiche, ultimo dato disponibile: l’84,4% in media, un po’ di più a Firenze e Pistoia, un po’ meno ad Empoli. La certezza si avrà con le statistiche aggiornate, attese prossimamente. Di fatto stanno aumentando anche le imprese a posto al primo controllo, naturalmente solo per i profili di igiene e sicurezza sui luoghi di lavoro. Sono state il 43,7% negli ultimi mesi del 2015 in tutta l’area metropolitana, ovvero più quattro su dieci. Sono più di quante erano all’inizio, il che è un’altra buona notizia.

Nei prossimi mesi il quadro potrà farsi più chiaro. Nel frattempo è possibile un’altra considerazione. Con 4 milioni e 861 mila euro incassati nel 2015 (oltre 6 milioni dall’avvio dei controlli, a settembre 2014) il progetto “Lavoro sicuro” si sta dimostrando in grado di autofinanziarsi, visto che il suo costo è di 4 milioni l’anno. Prato chiaramente fa la parte del leone: dei quasi 4 milioni e novecentomila euro complessivamente incassati, nella città laniera sono stati riscossi nel 2015 2 milioni e 778 mila euro, 3 milioni e 99 mila euro da settembre 2014.

 

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