2 Febbraio 2016

Riordino delle Camere di Commercio, i sindacati non ci stanno. A rischio i finanziamenti alle imprese per un milione di euro


La mobilitazione ufficiale partirà tra pochi giorni, con un’assemblea generale a Firenze in programma il 5 febbraio. Ma quella ufficiosa ha preso l’avvio già da diverse settimane. Sindacati e dipendenti delle Camere di Commercio scendono in campo contro l’ipotesi di riorganizzazione del sistema, contenuta nella bozza di decreto che presto potrebbe rivoluzionare l’intero apparato degli Enti Camerali.

Un tassello nella riforma della Pubblica Amministrazione che proprio non piace a Cgil e Cisl, che parlano di “tagli indiscriminati” di personale e servizi, in primis contributi, finanziamenti  e supporto alle imprese, capitolo che per il 2016 ammonta a un milione di euro. Una vera e propria ghigliottina, dicono, motivata da esigenze nazionali di riordino che rischia di rendere le Camere di Commercio scatole vuote. Già provate, peraltro, dalla sforbiciata al diritto annuale, che entro il 2017 porterà al dimezzamento dell’unica forma di finanziamento per le realtà camerali.

“Si parla, in sostanza, di eliminare e trasferire molte funzioni delle Camere di Commercio a soggetti privati – commenta Enrica Cappelli, segretario Cisl Funzione Pubblica di Prato e Firenze -. Non capiamo in che modo e con quali tempistiche questi servizi verranno erogati. Tutto questo ci sembra assurdo e non dà garanzie alle aziende del nostro Paese”.

“L’unica cosa certa, al momento, è che le Camere di Commercio verranno private di funzioni fondamentali per l’utenza: dai servizi di arbitrato e conciliazione (se ne contano circa 180 ogni anno a Prato, ndr) alla gestione di marchi e brevetti; dalla gestione di finanziamenti e contributi al sostegno all’internazionalizzazione per le Pmi – rimarca Giovanni Iorio, segretario generale Cgil Funzione Pubblica -. Tutto questo a vantaggio di chi e perché? Non ci stiamo. Chiediamo che il Governo faccia un passo indietro”.

Non scompariranno né il Registro Imprese né il controllo sulla sicurezza ed etichettatura dei prodotti. Ma lo spauracchio dei tagli al personale – pari al 25% nel caso di Prato – agita il sonno della Rappresentanza sindacale unitaria: tra Prato e Pistoia sarebbero infatti a rischio circa 30 posti di lavoro. “Non sono disposto a fare il tagliatore di teste” aveva dichiarato, settimane fa, il presidente della Camera di Commercio di Prato Luca Giusti. 

“I dipendenti delle Camere di Commercio non temono la riforma in quanto tale – conclude Giuliana Toscano della Rsu – perché le Camere di Commercio sono già state in passato oggetto di altre riforme. Quello che non comprendiamo è il motivo di questa lenta eutanasia: i questionari che sottoponiamo alle imprese in forma anonima ci dicono che le imprese sono soddisfatte del nostro lavoro. Temiamo che la situazione, per le aziende, andrà nettamente a peggiorare”.

Giulia Ghizzani

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