Il sogno di Alice: “Nascere, diventare grandi, essere felici”. Boom di visualizzazioni per il video dell’Associazione persone down


“Il mio sogno è che tutti noi abbiamo la possibilità di nascere, stare bene, diventare grandi, essere felici”. Parole semplici pronunciate con un sorriso tenerissimo da una bambina pratese, Alice, 12 anni fra pochi giorni, in un video realizzato dalla sezione pratese dell’Associazione italiana persone down, che in poche ore ha superato su facebook le 10 mila visualizzazioni. Il filmato è stato pubblicato in occasione della giornata mondiale sulla sindrome di down, il 21 marzo, “per scardinare, un pezzettino per volta, gli stereotipi e i luoghi comuni che si sono venuti a creare nel corso degli anni sulla trisomia del cromosoma 21, un evento raro ma costante nella riproduzione umana che riguarda in media un concepimento su 800”. Il logo del video è una conto alla rovescia – “Tre, due, uno” – che prende spunto dalla data della giornata mondiale sulla sindrome di down per invitare le persone a condividere il sogno di Alice.

Alice è una delle bambine che frequenta i laboratori gioco-imparo, una delle iniziative auto-finanziate e organizzate dall’Associazione, nata a Prato due anni fa e che riunisce una quindicina di famiglie. “Si tratta di laboratori che facciamo fin dalla scuola primaria, nei quali i bambini down, assieme ad operatori, decidono alcune attività che hanno lo scopo di fare un percorso per renderli il più autonomi possibile – spiega Tania Bartolini, referente per le attività scolastiche di Aipd -. All’inizio sono piccoli accorgimenti: uscire dalla scuola per andare a comprare la merenda e sapere come muoversi in strada, legarsi le scarpe, sapersi chiudere il giacchettino. Piccole conquiste per iniziare un percorso di autonomia”.

L’associazione si batte anche per assicurare il diritto allo studio dei ragazzi down e per l’inserimento lavorativo degli adulti, con un tutoraggio da parte di operatori specializzati che facilita l’ingresso nel mondo del lavoro, come avvenuto positivamente già in un paio di casi. “Per quanto riguarda l’istruzione, nella scuola dell’obbligo i ragazzi sono accolti e ci sono abbastanza ore di sostegno. Le difficoltà maggiori sono alle superiori quando le ore di sostegno di diminuiscono e capita che i ragazzi siano un po’ abbandonati a loro stessi” spiega Tania Bartolini.

Il “sogno” dell’associazione, ospitata nei locali dell’oratorio San’Anna, è avere una sede vera e propria, un appartamento, dove i ragazzi down possano ritrovarsi nel fine settimana, socializzare e vivere insieme. “Il metodo della nostra associazione è questo e in altre realtà ha dato ottimi risultati: avremmo bisogno di una casa dove loro, con il supporto degli operatori, imparano piano piano a vivere insieme, essere il più possibile autonomi e condurre una vita abbastanza “normale” dice Tania Bartolini.

Chi volesse aiutare l’associazione a realizzare “il sogno di Alice”, anche tramite donazioni, può consultare il sito http://www.aipdprato.it.

D.Z.

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