Legge sull’omicidio stradale: lo scorso anno a Prato si sarebbe potuta applicare in due casi


Approvato in via definitiva dal Senato, l’omicidio stradale è, da qualche giorno, legge. Una novità che inasprisce le pene per chi uccide al volante sotto l’effetto di droga o alcol, ma che aggrava anche la posizione per chi non si ferma a prestare soccorso alla vittima o si mette alla guida senza patente o a bordo di un mezzo sprovvisto di assicurazione causando un incidente mortale.

A Prato, come nel resto d’Italia, si analizzano le disposizioni varate a Roma. Se le nuove misure fossero già state in vigore nel 2015, in due dei sette incidenti mortali registrati lo scorso anno avrebbero potuto trovare applicazione alcune delle sanzioni penali più dure introdotte di recente dalla legge.

“Nel primo dei due casi c’è stata la fuga dopo il sinistro mentre nel secondo ci troviamo di fronte alla guida in stato d’ebbrezza grave – chiarisce il comandante della Polizia municipale di Prato Andrea Pasquinelli -. Nello specifico, mi riferisco rispettivamente al ragazzo 19enne, Giancarlo Ravidà, investito in via Valentini e all’incidente, del settembre 2015, in via Cava, con un cittadino cinese di 49 anni travolto in sella alla bici da un’auto, condotta da un connazionale. L’uomo al volante è risultato positivo – ricorda Pasquinelli – all’alcol test”.

Nel dettaglio, resta dunque invariata l’ipotesi “base” del reato di omicidio colposo, con la pena, da 2 a 7 anni, qualora la morte sia stata causata violando il codice della strada. Accanto a questa disposizione, vengono però inserite alcune varianti: chi uccide guidando in stato di ebbrezza grave (ovvero con un tasso alcolemico superiore a 1,5 grammi per litro) o dopo aver assunto sostanze stupefacenti rischia ora da 8 a 12 anni di carcere. Puniti, poi, i comportamenti particolarmente pericolosi e, appunto, l’omissione di soccorso. Stretta, infine, per le lesioni personali gravi o gravissime.

Un traguardo, insomma, raggiunto per le tante associazioni che raccolgono i familiari delle vittime della strada.

“Gli incidenti stradali, anche mortali, possono avvenire per molte cause, non soltanto per droga, alcol o velocità – rimarca Carla Michelini, presidente dell’associazione Marco Michelini Figlio del Vento Onlus, che da anni supporta la Municipale nel progetto di educazione stradale nelle scuole della città -. A volte basta una disattenzione, una distrazione banale. Quando ci mettiamo alla guida dobbiamo essere, prima di tutto, coscienti e responsabili. Lo Stato, poi, ci ha messo del suo, quindi bene. E’ giusto che sia così”.

Giulia Ghizzani

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