Processo gara del gas, depone l’Antitrust: “Il Comune di Prato poteva andare a bando da solo: nessun rischio dalla separazione delle reti”


Si è aperto con la deposizione di Alessandro Noce, dirigente dell’Autorità garante della concorrenza e del mercato, il processo che vede imputati i vertici di Estra ed Estra Reti, accusati a vario titolo di turbativa d’asta e abuso di posizione dominante nella vicenda legata alla gara del gas deliberata dal Comune di Prato nel 2010, sotto la giunta Cenni, e chiusa sul piano amministrativo, dopo un lungo braccio di ferro legale, soltanto un anno fa fa con la sentenza del Consiglio di Stato che ha affidato il servizio a Toscana Energia, la quale ha già versato nelle casse del Comune 18 milioni di euro. A giudizio sono Paolo Abati, direttore generale di Estra, Luciano Baggiani, amministratore unico di Consiag, Paolo Quercioli, rappresentante legale di EstraReti, e altri due dirigenti del gruppo: Cesare Calistri e Alessandro Puccetti.

I dati tenuti nel cassetto
Nella sua testimonianza, Alessandro Noce ha ripercorso i motivi che hanno spinto l’Autorità garante a censurare l’operato di Estra, che ha ritardato la consegna di documenti utili alla predisposizione della gara da parte del Comune di Prato. Un provvedimento, quello dell’Authority, che è stato impugnato dinanzi al Tar del Lazio da parte della società. Entrambi i documenti finiranno agli atti del processo.
La prima richiesta di dati sulla consistenza della rete del gas e sugli stati tariffari, compiuta della giunta Cenni per poter bandire la gara risale all’aprile 2010, ma soltanto nel novembre 2011 gli ultimi atti vengono consegnati, sei mesi dopo la pronuncia del Consiglio di Stato.
Un ritardo motivato con la difficoltà di elaborazione di alcuni dati e con la volontà di arrivare ad una gara unica per l’affidamento del servizio di distribuzione del gas assieme ad altri comuni di ambito.
“In quel periodo – ha detto il dirigente Antitrust – si era in una fase di passaggio da gare a base esclusivamente comunali, ad una situazione di gare di ambito fra più comuni che si pensava dovessero essere avviate a breve ma che ancora non sono partite. In questa fase di transizione, i comuni avevano pieno titolo di bandire le gare, ancorché si sapesse che sarebbe avvenuta questa riforma”. Quanto ai tempi necessari all’elaborazione e consegna dei dati, Noce ha citato il termine indicato dal Ministero in casi simili, ovvero 90 giorni.

La strategia di Estra per contrastare la gara unica
Nel processo sono state analizzate alcune mail interne di Estra in cui i dirigenti del gruppo, fin da giugno 2010, mentre preparano la battaglia legale al Comune di Prato, danno indicazioni ad alcuni dipendenti di raccogliere i dati per poi chiuderli a chiave. Un’altra mail, riguardo alla gara unica e alla separazione della rete riporta la seguente indicazione: “Assodato che per i cittadini non ci sono conseguenze per le bollette, come si può dire che ci saranno svantaggi per i cittadini di Prato e dei comuni limitrofi?”. Una carta che la società tenta di giocare è quella della sicurezza e dei potenziali rischi connessi alla separazione della rete fra diversi gestori, ma gli esperti dell’Autorità nazionale dell’energia elettrica e del gas, competente in materia, a precisa richiesta dell’Antitrust, rispondono che non ci sono impedimenti tecnici né conseguenze sulla sicurezza. “La rete è separabilissima e qualsiasi problema si può risolvere a livello contrattuale fra i diversi gestori” ha dichiarato Noce.
Il sostituto procuratore Lorenzo Gestri, che assieme ad Antonio Sangermano ha sostenuto l’accusa, ha poi chiesto al testimone di richiamare alcune prove della strategia di Estra: sono stati i dirigenti della società a predisporre le bozze delle lettere che gli altri 14 comuni soci di Consiag, ricompresi nella possibile gara di ambito, avrebbero dovuto inviare al Comune di Prato per perorare la causa della rete unica.

La posizione della società
Gli avvocati difensori hanno ricostruito il complesso quadro normativo in materia, e sottolineato come già dal 2007 un decreto avesse previsto la definizione di ambiti minimi su scala intercomunale su cui si sarebbero dovute bandire le gare del gas.
L’avvocato Bellagamba, che rappresenta Estra, ha rimarcato come il testimone avesse messo per iscritto che il quadro normativo era all’epoca in evoluzione, “estremamente incerto”. L’avvocato Lucibello, legale di Paolo Quercioli, ha sottolineato le ragioni delle 15 amministrazioni comunali contrarie alla gara unica da parte del Comune di Prato: “Consiag, di cui tutti i comuni sono soci, era stata appositamente costruita per una gestione consortile del servizio del gas” ha rimarcato. L’avvocato Rocca ha avviato il controesame, richiamando norme comunitarie e lo stesso trattato dell’Unione europea. “L’atteggiamento anti-concorrenziale è stato quello del Comune di Prato che ha indetto una gara municipale ben sapendo che – dopo un ritardo di ben 5 anni – era in via di approvazione da parte del Ministero la disciplina delle gare di ambito”. I legali della difesa hanno chiesto al dirigente dell’Antitrust quali saranno i benefici delle gare di ambito intercomunale che in Italia ridurranno da seimila a solo 177 i soggetti chiamati a indire le gare del gas su reti a scala più ampia. “Ambiti maggiori porteranno a risparmi sui costi di gestione, a servizi migliori e costi più bassi per l’utenza” ha risposto Noce, la cui deposizione proseguirà nella prossima udienza fissata il prossimo 3 giugno.

Dario Zona

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