20 Aprile 2016

BpVi, le incognite del piano di salvataggio: ecco le condizioni poste dal fondo Atlante


Sono ancora molte le incognite dell’aumento di capitale da 1,75 miliardi di euro lanciato dalla Banca Popolare di Vicenza, un passaggio fondamentale per garantire il salvataggio e la quotazione in Borsa, prevista ai primi di maggio. Il fondo Atlante, promosso dalla società di gestione del risparmio Quaestio, si è impegnato a sostituirsi a Unicredit nel garantire l’acquisto delle azioni BpVi inoptate (cioè quelle che non troveranno acquirenti). Lo farà al valore minimo indicato dal cda della Banca, ovvero appena dieci centesimi di euro (la forchetta massima è di 3 euro). Ma sull’operazione ci sono ancora tanti ostacoli e punti interrogativi, evidenziati dalla stessa Banca in un comunicato stampa. L’impegno di sottoscrizione dell’inoptato da parte del Fondo Atlante è infatti soggetto ad una serie di condizioni che devono verificarsi entro il 6 maggio. In primis, c’è la capacità dello stesso fondo Atlante di raccogliere l’ammontare minimo di 4 miliardi di euro da parte di altre banche, fondazioni, assicurazioni e Cassa Depositi e prestiti. Tali somme dovranno servire a sostenere anche altre capitalizzazioni di istituti in crisi, come Veneto Banca, ma pure il “mercato” delle sofferenze bancarie.

Altra condizione necessaria è il via libera degli organismi di vigilanza all’operazione e la rassicurazione da parte di Consob che il Fondo non debba promuovere un’offerta pubblica di acquisto obbligatoria sulle azioni di BpVi. A questo proposito l’istituto vicentino fa notare che Quaestio non ha ancora presentato istanza per essere esente dall’offerta pubblica di acquisto.

Ultima condizione ritenuta fondamentale dallo stesso regolamento del Fondo Atlante, è che una volta completato l’aumento di capitale, le azioni BpVi siano diffuse in modo tale da assicurare un flottante valutato come adeguato da Borsa Italiana. In pratica Quaestio vuole avere la garanzia che ci sia un numero di azioni circolanti sufficienti alla movimentazione del titolo a Piazza Affari, visto che è alta la possibilità che a seguito dell’aumento di capitale,il fondo di investimento acquisisca il controllo della Banca.

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