Creaf, la società nel mirino degli inquirenti. Al vaglio tutti i movimenti di denaro. Gli ex gestori: “Siamo tranquilli”


Proseguono le indagini della magistratura per fare chiarezza sulla gestione dei finanziamenti ricevuti dal Creaf, il polo di ricerca e alta formazione, costato oltre 20 milioni di soldi pubblici ma ad oggi mai partito. Ieri mattina gli uomini della Guardia di Finanza hanno acquisito documenti utili alla procura per ricostruire la storia dello scatolone vuoto di via Galcianese, partecipato – a livello societario – per oltre l’81 dalla Provincia.

Si profilano, adesso, lunghe settimane di lavoro per gli inquirenti, che dovranno analizzare centinaia di carte per ricostruire la storia del centro e individuare eventuali responsabilità sul fronte gestionale in capo alla società. E’ lì che si concentrano, infatti, le attenzioni del sostituto procuratore Lorenzo Boscagli. Il reato per cui si procede, al momento, è quello di malversazione, con il fascicolo aperto contro ignoti. L’unica certezza, sulla carta, è la spesa per l’acquisto dell’immobile, pari ad otto milioni e mezzo di euro, sborsati per comperare la struttura da un privato. Elemento che sarà vagliato insieme a tutti gli altri movimenti di denaro. 

Il presidente della Provincia Matteo Biffoni ha garantito massima disponibilità alla magistratura per collaborare e fare luce sulla vicenda. Un auspicio, quello di ricostruire i contorni del progetto, condiviso anche da alcuni ex amministratori e gestori che negli anni si sono succeduti alla guida di Provincia e società stessa. A cominciare da Luca Rinfreschi, presidente della società Creaf dal 2008 al 2013. “Ho lasciato l’incarico con la prospettiva che il Centro dovesse partire con la nuova visione del Polo di Navacchio – ricorda Rinfreschi -. Da allora non so più niente ma è giusto che si vada a fondo”.

L’ex presidente della Provincia Lamberto Gestri preferisce non sbottonarsi ma parla di un caso complesso e articolato. “Abbiamo provato per cinque anni a risolvere la questione Creaf, dando una svolta all’iter – spiega Gestri -. Ad un certo punto non potevamo finanziare direttamente il progetto per i vincoli imposti dal Patto di Stabilità. Intanto i mesi passavano e i costi lievitavano. Ben venga, quindi, la magistratura – conclude -. Personalmente sono tranquillo”.

Sulla stessa lunghezza d’onda anche il commento di Massimo Logli, presidente della Provincia prima della giunta Gestri. “Per il periodo che mi riguarda, dal 2005 al 2009, sono sicuro di aver agito con correttezza e nel rispetto delle norme previste -dice -. Sono già stati condotti accertamenti da varie autorità, in passato, che non hanno riscontrato in quegli anni – conclude – alcuna anomalia”. 

G.G

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A.D.
A.D.
8 anni fa

Sarà un caso come il sottopasso di via Ciulli:nessun colpevole!

Antonella
Antonella
8 anni fa

Oppure come sempre, quando c’è da lucrare i nostri politici si trovano tutti d’accordo e spartiscano a danno di chi li ha votati

lupesio
lupesio
8 anni fa

Tutti corretti,tutti tranquilli e sereni. Però son 15 anni che è stato fatto. E come sempre, responsabilità e responsabili faranno a rimpallassela (sottopasso via ciulli docet) …Io,fossi in loro starei un attimino preoccupato.