17 Giugno 2016

Morto Giuseppe Spagnulo, l’artista delle grandi sculture in ferro autore del sepolcro dei vescovi in cattedrale


Addio a Giuseppe Spagnulo, uno tra i più grandi artisti contemporanei. Originario di Grottaglie (Taranto), è scomparso il 15 giugno a Milano all’età di 80 anni. A lui si deve la creazione della “Porta della luce”, il sepolcro dei vescovi di Prato, un’opera imponente posta nella cattedrale di Santo Stefano nel dicembre 2009. La scultura, realizzata in ferro e lavorata con il fuoco, assomiglia a un grande portone di legno socchiuso. In realtà, guardandolo meglio è un enorme tau, la t greca, primordiale simbolo della croce, che squarcia la materia. Sotto la “Porta” si trova il sepolcro di monsignor Pietro Fiordelli, primo vescovo residenziale di Prato.

Ma il legame tra Spagnulo, conosciuto con il nome di Pino, e Prato parte da lontano. Subito dopo aver vinto la Biennale di Venezia, nel 1972 viene in città con una sua esposizione nelle piazze del centro. La sua arte è caratterizzata dai “grandi ferri”, sculture in metallo dotate di anima da installare nell’ambiente urbano. «Nel tempo – amava raccontare Spagnulo spiegando la sua arte – ho cercato all’interno del materiale la raffigurazione della drammaticità della materia. Dentro il materiale c’è la scultura».

Cresciuto artisticamente a Faenza, dove ha appreso le tecniche nella lavorazione della ceramica, si trasferisce a Milano dove frequenta l’accademia di Brera e diventa assistente di Lucio Fontana e Arnaldo Pomodoro. Conosciuto e apprezzato nelle maggiori collezioni del mondo, una delle ultime realizzazioni di Spagnulo è la scultura monumentale per i caduti di Nassiryia, 19 blocchi di ferro, tanti quanti i caduti, opera realizzata per un parco a Roma, a San Paolo fuori le mura.

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