1 Giugno 2016

Sfruttamento della prostituzione e traffico di droga: 7 arresti. Indagati anche noto industriale e giovane avvocatessa VIDEO


Ci sono un anche uno dei più importanti imprenditori tessili pratesi e una giovane avvocatessa – interdetta dalla professione forense per sei mesi – tra gli indagati nell’inchiesta della Procura di Prato per un giro di sfruttamento della prostituzione e spaccio di droga all’interno di due circoli privati cinesi, il Gong Guan di via Bovio e il e il Vip di via Guinizzelli. In tutto gli indagati sono 12: oltre ai due italiani ci sono dieci cittadini cinesi di cui cinque sono finiti in carcere, due ai domiciliari e otto sottoposti all’obbligo di dimora. Figura centrale dell’inchiesta è Jacopo Hsiang, 32 anni, nato in Italia, attivo nell’associazione del Cervo Bianco, uno degli organizzatori della manifestazione che lo scorso febbraio ha portato in piazza centinaia di cittadini cinesi in nome della sicurezza, dell’integrazione e della legalità. Secondo l’accusa, il giovane orientale, già affidato in prova ai servizi sociali per una condanna definitiva per lesioni gravi, era il gestore di fatto dei due circoli all’interno dei quali ai clienti venivano servite cocaina e ketamina e offerti i servizi di alcune prostitute. Particolarmente pesante – secondo quanto riscontrato dalle analisi di laboratorio – la composizione chimica della droga e purtroppo all’interno del locale di via Guinizzelli lo scorso ottobre un giovane cinese morì per overdose. 
I due circoli sono stati sequestrati dalla polizia che ha perquisito un terzo circolo, tra Sesto Fiorentino e Campi Bisenzio, la cui inaugurazione era prevista proprio per stamani. Nel corso delle perquisizioni domiciliari a carico di alcuni indagati sono state sequestrati piccoli quantitativi di droga.
In manette, oltre a Jacopo Hsiang è finita anche l’ex compagna, mentre la madre e l’attuale compagna sono state colpite dall’obbligo di dimora.

Di concorso nei reati principali dovrà rispondere anche un noto imprenditore tessile pratese, 61 anni, proprietario per tramite di una società immobiliare di uno dei circoli sequestrati dalla polizia. L’industriale – a carico del quale ci sono diverse telefonate con Jacopo Hsiang finite sotto intercettazione – riscuoteva 2500 euro al mese dalla locazione del locale e avrebbe continuato a riscuotere l’affitto nonostante il sequestro. Secondo l’accusa l’imprenditore era a conoscenza delle attività illecite e d’accordo nell’intestare i contratti di affitto ad alcuni prestanome. Non solo: dopo il sequestro ha risolto il contratto di affitto con il primo prestanome e ha chiesto al Tribunale il dissequestro dell’immobile, dopo aver concordato con il reale gestore di affittare nuovamente la struttura ad un altro prestanome.
Nei guai è finita anche una giovane avvocatessa che anch’essa ha chiesto il dissequestro del locale per conto di un prestanome, occultando il suo reale assistito, ovvero lo stesso Hsiang, al quale viene contestato un altro episodio grave: il violento pestaggio dell’imprenditore agricolo Paolo Colzi per un banale diverbio mentre i due erano in fila ad un chiosco di panini. In una telefonata intercettata Hsiang si lamenta del giro d’affari andato in fumo con il sequestro: 30 mila euro al mese. Si spiegano così le ripetute istanze di dissequestro: la prima facendo intervenire come prestanome il buttafuori albanese del locale che però nel giorno in cui avrebbe dovuto partecipare all’assemblea del consiglio direttivo per diventare il nuovo presidente, in realtà era in Albania per sposarsi. Successivamente sono stati poi coinvolti nell’istanza di dissequestro il proprietario dell’immobile e l’avvocatessa, che sono indagati, il primo per concorso nei reati, l’altra per la falsificazione di atti.

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Ecco il video dell’operazione eseguita dalla Squadra mobile.

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max2
max2
7 anni fa

Si stanno impadronendo della citta con i soldi comprano tutto amministratori compresi. Alle prossime amministrative qualcuno di loro si candida a sindaco.