23 Luglio 2016

Da 15 anni sono in attesa di finire la costruzione di una casa di accoglienza per i figli disabili. L’appello dell’Aias: “aiutateci a realizzare il nostro sogno” VIDEO


“Se tutti i pratesi mettessero cinque euro forse potremmo farcela”. La presidente della sezione pratese dell’Aias, associazione italiana assistenza spastici, Luisa Viviani lancia un nuovo appello alla città: “aiutateci a costruire una Casa famiglia per persone disabili”. Per realizzare questo sogno, al quale lavorano da quasi quindici anni, devono ancora trovare non meno di 350mila euro. Poi la Residenza Le Rose in via Di Vittorio nella zona di San Giusto sarà pronta ad ospitare le 20 persone previste dal progetto, iniziato nel 2003, quando fu posata la prima pietra.

 
L’idea nasce dalla volontà di costruire un luogo adatto all’accoglienza di uomini e donne affetti da disabilità dopo la scomparsa dei genitori. Una necessità pensata per tempo ma che sta diventando sempre più urgente, perché alcuni tra i “ragazzi” dell’associazione – babbo e mamma li chiamano sempre così – hanno ormai superato i cinquant’anni di età.
A Prato l’Aias esiste dal 1963, oggi conta circa sessanta soci, di questi una trentina sono disabili con problemi di tipo cerebrale. “Molti di noi hanno più di settant’anni – sottolinea la presidente Viviani – quando non ci saremo più, chi si occuperà di loro?”. Questa preoccupazione si è trasformata nella Residenza Le Rose, pensata per la riabilitazione motoria, cognitiva e sensoriale di queste persone. Un progetto nato in accordo con l’Asl e il Comune di Prato, che ha dato in permuta all’associazione il terreno in via Di Vittorio come luogo dove edificare la struttura, secondo quando previsto dal piano di zona.

 

A vederlo da fuori l’immobile sembra finito, in realtà solo il pian terreno è stato quasi completato; da due anni ospita la sede dell’associazione, ma il resto però è tutto da finire: dal seminterrato al secondo piano. Mancano i massetti, le coperture e gli intonaci. E naturalmente tutti gli arredi. Quando sarà terminata, la Casa famiglia potrà accogliere fino a 20 persone in camere da due. Poi sono previsti tre monolocali per l’autogestione e per l’ospitalità di genitori. Non mancano ambienti attrezzati per attività ludico-motorie, spogliatoi, cucina, garage, lavanderia, ambulatorio con infermeria e spazi benessere. Mentre sul tetto c’è l’idea di installare pannelli solari per il risparmio energetico.

 

Fino a oggi sono stati ricevuti e spesi un milione e 750mila euro, arrivati grazie a finanziamenti regionali e donazioni pervenute da fondazioni bancarie, offerte di privati e lasciti ereditari. Per arrivare a conclusione ne occorrono ancora 100mila per il pian terreno e 680mila per tutto il resto. “Grazie alla cosiddetta legge dedicata al “Dopo di noi” dallo Stato tramite la Regione arriveranno nuovi contributi – afferma Luisa Viviani – ma la cifra non sarà superiore al 50% dei bisogni. A noi toccherà trovare i 350mila mancanti. Adesso non sappiamo come fare, speriamo nella generosità dei pratesi”.
Chiunque volesse aiutare l’Aias può contattare l’associazione a questo indirizzo email: aias.prato@gmail.com; oppure contattare la presidente Viviani 338-812098.

 

 

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