14 Settembre 2016

Bancarotta Stefan, il patron Giuseppe Videtta chiede di patteggiare 2 anni e 8 mesi di pena


Chiederà di patteggiare una pena a 2 anni e 8 mesi di reclusione Giuseppe Videtta, il patron di Stefan, indagato per la bancarotta fraudolenta del gruppo fallito sotto il peso di 150 milioni di debiti e violazioni previdenziali e tributarie per 33 milioni.
La richiesta, da parte del legale di Videtta, l’avvocato Alberto Russo del foro di Pistoia, sarà formalizzata al gup Pallini nel corso delle prossime udienze. Stamani, complice un difetto di notifica, c’è stato un rinvio al 2 di novembre. Diversa la scelta della figlia dell’imprenditore, Stefania Videtta, assistita dallo stesso Russo e dall’avvocato Federico Febbo, la quale ha preannunciato di volersi difendere senza ricorrere a riti alternativi. Entrambi furono sottoposti agli arresti domiciliari nell’aprile 2015, poi revocati quattro mesi dopo. Oggi il gup ha accolto l’istanza di dissequestro dei beni da parte dell’ex moglie di Videtta, Cristiana Agnoli, estranea alle indagini, che si era vista congelare ai fini dell’eventuale confisca circa 400 mila euro di titoli, somme ritenute dall’accusa riconducibili al fondatore di Stefan. La difesa ha invece dimostrato che si trattava dei proventi della vendita di una casa nel 1991. Nella prossima udienza, gli indagati – oltre ai Videtta ci sono altre 4 persone, ma non i tre componenti del collegio sindacale che sono stati prosciolti – potranno essere sentiti dal giudice per le indagini preliminari e potranno chiedere riti alternativi. Tra le parti civili si costiturà la curatela fallimentare della Stefan, rappresentata dall’avvocato Simone Trombetti.

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