26 Ottobre 2016

Nasce il Consorzio Italiano Implementazione Detox, obiettivo: ridurre le sostanze nocive nei tessuti


Promuovere un modello di produzione tessile ed innovativo a livello nazionale ed internazionale, incentivare la ricerca e arrivare, entro il 2020, ad avere un’industria tessile “toxic free”. Sono gli obiettivi del neonato Consorzio Italiano Implementazione Detox (C.I.D.), al quale hanno già aderito 23 aziende del distretto pratese, più la tintoria Berto di Padova. Un consorzio aperto ad aziende, associazioni di categoria e istituzioni economiche e produttive, “L’iniziativa Detox del distretto pratese, che come Confindustria Toscana Nord abbiamo avviato poco più di un anno va, valica così i confini regionali – ha commentato Andrea Cavicchi, presidente di Confindustria Toscana Nord -. Abbiamo scelto di diventare un punto di riferimento a livello nazionale per tutti gli imprenditori che intendono avvicinarsi ed effettuare politiche eco-friendly. Questo consorzio è un passo avanti, non un’utopia come qualcuno ha frettolosamente affermato, grazie agli studi effettuati nessun produttore tessile adesso potrà più dire che non sapeva che certe sostanze sono inquinanti”.

Il Consorzio si avvale inoltre di un Comitato tecnico scientifico che conta sulla presenza di Greenpeace, che nel 2011 ha lanciato la sfida Detox all’industria tessile contro l’uso di sostanze tossiche nella filiera produttiva. E proprio a Prato è stato effettuato uno studio sui livelli di contaminazione delle materie coloranti, condotto dal laboratorio di analisi BuzziLab, in collaborazione con il C.I.D.

“Il 70% delle materie coloranti prese in esame – pur rientrando nei parametri di legge – sono contaminate: contengono sostanze chimiche pericolose, rilevate a concentrazioni superiori ai limiti previsti da Detox; il restante 30% invece appare privo di contaminazioni – ha spiegato Giuseppe Bartolini di BuzziLab -. E’ necessario convincere piano piano tutti gli attori della filiera a fare un passo avanti, in favore dell’ambiente”. Nello specifico lo studio ha preso in esame circa 1200 coloranti utilizzati comunemente nelle tintorie, da cui sono state estratte 228 materie coloranti diverse che rappresentano quelle più utilizzate a livello mondiale nelle filiere tessili. Le materie chimiche sono state poi sottoposte ad un’attenta e minuziosa analisi chimica, utilizzando tecniche moderne e innovative. Analisi che si è concentrata su 4 degli 11 gruppi di sostanze tossiche bandite da Greenpeace (Ammine aromatiche, Alchifenoli Etossilati, Clorofenoli e Ftalati.): sostanze che possono provocare cancro, o dotate di caratteristiche fortemente allergizzanti; ma anche sostanze pericolose per l’ambiente e tossiche per gli organismi acquatici.

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