27 Ottobre 2016

Orditure e ritorciture, un quarto pensa di chiudere. Per entrambe è allarme ricambio generazionale


E’ il ricambio generazionale il problema con il quale dovranno fare i conti nei prossimi anni le ritorciture e le orditure che operano nel distretto, lavorazioni accessorie ma di importanza centrale per garantire la produzione. E’ quanto emerge dal nuovo capitolo dell’indagine sulla mappatura della filiera, che ha focalizzato la sua attenzione proprio sul settore delle orditure e delle ritorciture. Una successione aziendale difficile perchè queste lavorazioni si trovano a dover fare i conti con un settore che sta cercando di ritrovare la sua operatività dopo la crisi degli ultimi anni. Un settore, quello tessile, che esercita sempre meno appeal sui giovani, tra le altre cose.

Questo nuovo capitolo della mappatura conferma che il settore dei filati ha mostrato maggiore capacità di reattività alla crisi rispetto a quello dei tessuti, anche con ripensamenti organizzativi importanti, che hanno innovato il rapporto tra committenti e terzisti. Questa situazione emergeva già dai precedenti capitoli dell’indagine, elaborata da un gruppo di lavoro composto da Camera di Commercio, Confartigianato, Cna, e Confindustria Toscana Nord.

“L’indagine sulla mappatura della filiera è un’esperienza unica di conoscenza del distretto e anche questa volta stimola delle considerazioni importanti – commenta Luca Giusti, presidente della Camera di Commercio di Prato – Dobbiamo lavorare sui giovani, dobbiamo trovare il modo di avvicinarli al tessile”.

LA FOTOGRAFIA DEL SETTORE Sono 97 le orditure che operano nel distretto e 57 le ritorciture; l’85% delle aziende sono state intervistate e quindi il quadro che emerge è attendibile. Oltre 900 gli occupati: 467 nelle orditure e 441 nelle ritorciture. Queste aziende lavorano quasi totalmente per aziende del distretto di Prato e proprio per questo sono molto legati alle dinamiche del distretto. Se il 55 per cento delle orditure, più legate alla produzione di tessuti, dichiara una diminuzione nel fatturato tra il 2001 e il 2014, la cifra scende al 34 per cento per le ritorciture, che invece operano con i produttori di filato.

LA CAPACITA’ PRODUTTIVA Appare adeguata la capacità produttiva delle imprese che operano nel settore, che devono però fare i conti con la stagionalità che le porta a stare quasi ferme con le lavorazioni nei mesi di agosto, dicembre e gennaio. Una capacità produttiva che però potrebbe ridursi nei prossimi anni, come prevedono il 50% delle orditure e il 36,2% delle ritorciture. Sul fronte della redditività si segnalano alcune difficoltà: per il 60% delle orditure è appena sufficiente, per il 18% insufficiente. Va meglio nelle ritorciture dove il 43% dichiara di avere una buona redditività. Risultati che si riflettono anche sull’andamento degli investimenti, che sono stati nulli nel 77 per cento delle orditure ma consistenti e focalizzati sugli impianti nel 48% delle orditure.

LA SUCCESSIONE IMPRENDITORIALE La fotografia del settore appena scattata si riflette poi sul futuro del comparto e sulla successione imprenditoriale: mediamente gli imprenditori che ci operano hanno 55 anni e il problema del futuro delle aziende è di attualità, soprattutto tenendo conto del fatto che queste lavorazioni sono fondamentali per garantire la capacità produttiva del distretto. Eppure il 26% delle orditure pensa di cessare l’attività e per il 21% la successione costituisce un problema. Dati più confortanti, ma sempre preoccupanti per le ritorciture dove il 23% degli imprenditori pensa di cessare l’attività e per il 15% la successione costituisce un problema. Fattori influenzati anche dallo scarso appeal che il tessile esercita sui giovani, come dimostrano anche le scelte scolastiche dei ragazzi.

“C’è una grande necessità di tecnici tessili, le nostre aziende ne hanno bisogno – ha aggiunto Andrea Cavicchi, presidente di Confindustria Toscana Nord – Dobbiamo riavvicinare i giovani al settore, che è ancora vitale, come ci dimostra questa indagine”.

“L’indagine ci mostra che le lavorazioni hanno umori differenti – ha commentato Moreno Vignolini, vicepresidente Confartigianato Prato – Le ritorciture sono riuscite a far apprezzare il loro valore aggiunto e questo ha reso possibile aprire un dialogo costruttivo con i committenti. Credo che sia questa la chiave vincente”.

“La mancanza di prospettive causa scarsi investimenti – ha concluso Francesco Viti, presidente Federmoda CNA – Per il futuro del comparto il coinvolgimento dei giovani è fondamentale”.

L’indagine sulla mappatura tessile è frutto di un lavoro congiunto tra Camera di Commercio di Prato, Confartigianato, Cna e Confindustria Toscana Nord, realizzata con il contributo del Progetto Prato della Regione Toscana. Il lavoro proseguirà con un’indagine a campione sui maglifici di Prato.

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A.D.
A.D.
7 anni fa

Come sarebbe bello rivedere le lavorazioni dentro i lanifici!Sentire quelle parole ai lavoratori per conto terzi “o così o pomi'” con pagamenti e tariffe da usurai vorrei vederle con il ritorno di dipendenti ed investimenti di macchinari moderni.Abbasseranno la cresta i nostri “impannatori”?