14 Ottobre 2016

Profughi, le cooperative pratesi aspettano dal Ministero oltre 2 milioni di euro per la gestione dell’accoglienza


Due milioni e duecentoventimila euro. Spicciolo più spicciolo meno. È quanto spetta alle cooperative che gestiscono l’accoglienza dei richiedenti asilo sul territorio pratese. L’ultima erogazione dei contributi è avvenuta ad aprile, poi dal Ministero dell’Interno non è arrivato un centesimo. Tempi duri quindi per Coop 22 (braccio operativo del Santa Rita), Pane e Rose e Consorzio Astir, componenti l’associazione temporanea di imprese vincitrice del bando pubblicato dalla Prefettura per l’ospitalità dei profughi. Solita storia anche per altre cooperative che partecipano alla gestione: Archè, Eccoci e Arci provinciale.
Da cinque mesi Roma ha chiuso i rubinetti e gli enti che quotidianamente devono fare i conti con i servizi mensa, trasporti, vestiario, affitti per gli alloggi e con lo stipendio degli operatori, si trovano in estrema difficoltà. La cifra mancante è presto calcolata: sul nostro territorio ci sono 500 richiedenti asilo al costo di 30 euro al giorno (come nel resto d’Italia) per le casse dell’erario. Totale: 15mila euro giornaliere, 450mila al mese, per cinque mensilità arretrate fanno due milioni e duecentoventimila euro.
La Coop22 gestisce più della metà dei profughi presenti a Prato, dunque sta ancora aspettando un milione e duecentomila euro. Il presidente Roberto Macrì non nasconde la forte preoccupazione, anche se può contare sulla solidità del Santa Rita. «Solitamente i soldi ci venivano erogati in 30 o 60 giorni – afferma Macrì -, quello che stiamo vivendo è il periodo più lungo di mancato pagamento da quando gestiamo questa emergenza».
Il responsabile di Pane e Rose Marco Paolicchi lamenta il mancato versamento di 800mila euro nelle proprie casse. «In questo servizio prestato per conto della Prefettura abbiamo moltissimi costi di gestione che dobbiamo onorare in anticipo mese per mese – dice Paolicchi – basti pensare semplicemente ai canoni di affitto delle strutture dove vivono i richiedenti asilo. Questi contratti ci costano 30mila euro mensili».
Quando la liquidità manca le cooperative si rivolgono alle banche per un prestito, che per adesso non viene negato, ma si tratta di una situazione che non andrà avanti ancora per molto. In alcune zone d’Italia c’è chi ha lanciato un ultimatum al Governo perché si trova allo stremo. A Prato la situazione è migliore ma se non dovessero arrivare i soldi per pagare il pregresso non sappiamo ancora per quanto tempo le cooperative potranno resistere.

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