11 Novembre 2016

Richiedenti asilo sfruttati nelle aziende a conduzione cinese: sospese una confezione e una ditta di trasporti


Molti lavoratori al nero, tra cui diversi clandestini e due richiedenti asilo, uno del Gambia e l’altro del Pakistan. E’ ciò che hanno trovato gli uomini della squadra interforze durante un servizio mirato di contrasto al lavoro nero e clandestino all’interno di aziende del distretto a conduzione cinese.

L’operazione è scattata nella notte e ha visto la partecipazione di Polizia Municipale, Guarda di Finanza, Inps, Inail, ispettori della Direzione territoriale del lavoro di Prato e, tra questi, anche militari del NIL dei Carabinieri. Due le attività ispezionate: un’azienda di confezioni e una di logistica e trasporti, oltre ad un’altra società cooperativa che opera per l’azienda di logistica occupandosi di deposito conto terzi. Tutte le imprese e anche la cooperativa sono state sospese, appunto, per la massiccia presenza di lavoratori non in regola.

Nella confezione, su 14 operai, 7 sono risultati al nero, di cui 5 clandestini tra cui un richiedente asilo. Nell’attività di trasporti, invece, sono stati identificati 14 persone di cui 6 irregolari, un clandestino e ulteriori 3 lavoratori autonomi. Per la società, infine, sono stati individuati altri 4 lavoratori dipendenti dell’attività, con sede legale a Roma. In questo secondo blitz, la Guarda di Finanza ha proceduto all’arresto del titolare per uso e sfruttamento di manodopera clandestina e favoreggiamento alla permanenza illecita dei lavoratori sul territorio italiano. Sono state elevate sanzioni amministrative per aspetti e illeciti relativi alle norme sul lavoro. Il fenomeno della manodopera clandestina, e in particolare di richiedenti asilo, sfruttati da aziende a conduzione cinese, è un problema che gli ispettori della DTL stanno riscontrando con grande frequenza nel corso dei loro sopralluoghi.

(foto d’archivio)

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