28 Dicembre 2016

Pronto soccorso, 320 accessi in un giorno. La Cgil denuncia: “Mancano 16 professionisti e perfino le barelle per i pazienti”


AAA cercasi barelle, infermieri e operatori socio sanitari al Pronto Soccorso di Prato. A fronte dell’aumento delle prestazioni offerte – si è passati dai 94.645 accessi del 2014 agli oltre 100 mila di quest’anno – sono diminuiti i professionisti che operano al pronto soccorso, passati da 138 a 130, con perdita di 8 infermieri. A denunciare i carichi di lavoro sempre più gravosi è la Funzione pubblica della Cgil, in un periodo critico per via del picco influenzale. Ieri il pronto soccorso è stato preso d’assalto da oltre 320 persone e oggi – fa sapere il sindacato – sono 22 i pazienti in attesa di destinazione e altrettanti aspettano di essere inseriti nel reparto di Osservazione Breve Intensiva.
“Scarseggiano anche le barelle e alcune, di fortuna, sono prese in prestito dalla vicina Casa di cura Villa Fiorita mentre i pazienti albergano nei corridoi del Pronto Soccorso – afferma Lorenzo Pacini della segreteria Fp Cgil di Prato – Inoltre nel Dipartimento dell’Emergenza Accettazione mancano, strutturalmente e normalmente, operatori socio sanitari e infermieri”.

“Per avere la stessa qualità e quantità di servizio offerta nel 2014 – continua Pacini – occorrerebbe, a seguito della crescita degli accessi al Pronto Soccorso, una equipe che preveda 35 medici (2 in più rispetto gli attuali), 79 infermieri (12 in più) e 32 Operatori Socio Sanitari (2 in più). Con la descritta compagine si riuscirebbe a ristabilire – secondo Pacini – la medesima quantità e qualità di prestazioni mediamente offerta da ogni professionista nell’anno 2014.
Ogni medico, infatti, nel periodo 2014 – 2016, è nella condizione di doversi far carico della diagnosi di oltre 160 pazienti in più, mentre ogni infermiere è nella situazione di dover assistere 230 pazienti in più nell’arco di due anni.
Situazione particolare subisce la figura professionale dell’Operatore Socio Sanitario che, singolarmente, a fronte di 180 pazienti in più da accudire ha visto crescere il proprio carico di lavoro anche in relazione alla riduzione delle ore di portantinaggio effettuate dai lavoratori della Cooperativa”.

La Cgil denuncia come il pronto soccorso, con gli attuali organici, richi di non riuscire più a fornire la stessa qualità di servizio offerta nel 2014, primo anno di attività “piena” del nuovo Ospedale Santo Stefano: “Sono aumentati gli accessi e sono diminuiti gli infermieri, sono aumentate le prestazioni richieste e al contempo i carichi di lavoro per gli Operatori Socio Sanitari. È aumentata la complessità dei casi, quasi 3000 codici gialli in più nel biennio, e non è aumentata la presenza dei medici al Pronto Soccorso”.

“Il 22 dicembre scorso il Direttore Generale Paolo Morello, durante i lavori della contrattazione sindacale, ha affermato di non voler organizzare un ospedale sui picchi epidemiologici – afferma Lorenzo Pacini -. La FP CGIL di Prato ritiene, invece, che tali picchi vadano previsti poiché si verificano tendenzialmente ogni anno. Le soluzioni fin qui trovate: la medicina d’urgenza presso le strutture private e le cure intermedie utilizzate come prolungamento delle medicine, non stanno garantendo i risultati attesi e, tanto per ribadire, il territorio rimane sguarnito delle strutture adatte a dare le risposte di salute che i cittadini richiedono”.

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roberto
roberto
7 anni fa

….eh già, per qualche illuminato alto locato noi pratesi siamo “TROGLODITI”….

pisolo
pisolo
7 anni fa

SPERO INTERVENGA IL CENTRO DEI DIRITTI DEL MALATO ED ANCHE QUELLO DEI DIRITTI DELL’OPERATORE SANITARIO CHE SPERO SI COSTITUISCA AL PIU’ PRESTO A TUTELA DI QUESTI LAVORATORI VESSATI, PERCHè AI NOSTRI POLITICI NON GLIENE FREGA NULLA SE CHI CI LAVORA SCHIANTA A LORO INTERESSA SOLO STRACCIARSI LE VESTI IN CASO DI PRESUNTA O REALE MALA SANITA’.