Tre magistrati incontrano gli studenti del Buzzi, il procuratore Nicolosi li invita a riflettere: “Il bullo è una miniatura del mafioso” VIDEO


Tre magistrati della Procura a colloquio, stamani, con gli studenti del Buzzi. “Vivere la legalità a Prato”, la traccia dell’incontro tra i ragazzi, il procuratore Giuseppe Nicolosi e i sostituti procuratori Antonio Sangermano e Lorenzo Gestri. Tante le domande degli studenti, su temi come prostituzione, mafia, bullismo, femminicidio. Le risposte spingono i giovani a riflettere, come quando il procuratore accosta il bullo al mafioso. “Sopraffazione, violenza, silenzio indotto. Cos’è il bullismo se non una miniatura del comportamento di tipo mafioso?” ha detto il procuratore Nicolosi, che nella sua carriera ha indagato anche sulle stragi di mafia, compresa quella dei Georgofili. Il magistrato ha spiegato che la nostra città non è soggetta a controllo mafioso; è stata toccata da Cosa Nostra per motivi logistici, “a Capezzana, in un’abitazione vicino al cimitero, venne scaricato l’esplosivo impiegato per la strage dei Georgofili”, ed è punto di riferimento come molte altre zone della Toscana e del Nord Italia per gli investimenti di altre organizzazioni mafiose, come ‘ndrangheta e camorra. Quanto alla mafia cinese, il magistrato ha ribadito che ci sono inchieste e segnali di una presenza nel nostro territorio.

Sulla questione del piccolo spaccio i magistrati hanno nuovamente sottolineato le contraddizioni della legge italiana che porta il poliziotto ad arrestare e il giudice a scarcerare. Un problema, quello del piccolo spaccio, che però è avvertito in maniera pressante dai cittadini al pari della microcriminalità.

Tra gli altri temi affrontati la violenza di genere: “Purtroppo ogni giorno il procuratore è costretto ad assegnarci fascicoli su stalking e maltrattamenti in famiglia e il fenomeno è devastante” ha detto Antonio Sangermano, che si occupa di reati contro le fasce deboli. “Ma la donna non è debole, lo diventa dinanzi alla violenza, mentre colui che compie la violenza è un debole. Dobbiamo affermare che il modello sociale incentrato sulla forza e sull’agonismo esasperato, che ne è il presupposto, è sbagliato”.
Mentre il collega Lorenzo Gestri, che ha istruito il processo del rogo alla Teresa Moda dove morirono sette operai cinesi, ha rimarcato il movente principali di tanti reati, compreso lo sfruttamento del lavoro.

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