3 Aprile 2017

Ha confessato l’omicida del portiere d’albergo: ancora da chiarire il movente FOTO


Ha confessato l’omicidio di Leonardo Lo Cascio il 30enne di nazionalità marocchina fermato dai carabinieri sabato pomeriggio all’aeroporto di Bologna, dove era in attesa di un volo che lo avrebbe riportato in patria. Ammari Abdelghani era stato individuato grazie alle indagini dei carabinieri che in poco più di 24 ore, diretti dal sostituto procuratore Egidio Celano, hanno risolto il caso. Al momento l’ipotesi più accreditata è che si sia trattato di una efferata rapina di strada, anche se l’indagato ha fornito un movente diverso: ha detto di conoscere la vittima e di aver agito al termine di una lite per un presunto credito di circa 200 euro vantato nei confronti di Lo Cascio per questioni inerenti gli stupefacenti.

Ammari Abdelgani, da tanti anni in Italia, in passato operaio presso una tintoria, era stato segnalato come assuntore di droga e arrestato lo scorso settembre per un furto. Ad incastrarlo sono soprattutto le immagini delle telecamere di videosorveglianza della zona vicino al Tribunale e il lavoro insancabile dei carabinieri guidati dal colonnello Marco Grandini. I militari del nucleo investigativo diretti dal capitano Vitantonio Sisto hanno incrociato testimonianze, analisi della scena del crimine e immagini di videosorveglianza per ricostruire i movimenti della vittima e dare un nome all’assassino.


Nei filmati, acquisiti dagli inquirenti, lo si vede seguire a qualche metro di distanza il portiere d’albergo, che era sceso alla fermata dell’autobus tra via Ferrucci e viale della Repubblica e stava andando a prendere servizio all’Art Hotel davanti al museo Pecci.

Altre immagini, circa tre minuti dopo, mostrano l’assassino che scappa nella direzione opposta correndo.

L’omicida sarebbe andato a chiamare il 113 dalla cabina telefonica vicino al distributore della Esso, per segnalare che c’era un uomo a terra: è questa la prima chiamata anonima giunta alle forze di polizia. Abdelghani è poi tornato sul luogo del delitto per prendere il denaro, dieci euro, dallo zainetto della vittima, si è disfatto dei propri abiti insanguinati e del portafoglio di Lo Cascio, gettati in una campana di vetro e in un cestino. E prima di tornare a casa, è andato a mangiare un gelato.
Il giorno dopo ha comprato il biglietto per tornare in Marocco e ha raggiunto l’Emilia dove è stato ospitato da una sorella prima di essere fermato all’aeroporto.

Sono ancora molti i punti oscuri legati al suo racconto, a partire dal movente; il reo confesso, assistito dagli avvocati Gabriele Terranova e Luca Ancona, ha detto di non aver visto, né preso il cellulare della vittima che non è stato ritrovato, così come l’arma. Secondo un primo esame esterno della salma, il decesso è avvenuto a causa di una ferita netta di arma da taglio che ha reciso la giugulare. Una ferita inferta con un taglierino o un coltello. L’omicida dice di aver usato un coccio di bottiglia, ma non sono stati trovati vetri sulla scena del delitto. Le indagini proseguono per chiarire tutti gli aspetti della vicenda: altri elementi potranno arrivare dall’autopsia, dall’ascolto di nuovi testimoni, ma anche dallo studio dei tabulati telefonici sulle utenze della vittima e dell’assassino.

Subscribe
Notificami
guest
1 Comment
Oldest
Newest Most Voted
Inline Feedbacks
View all comments
trackback

[…] presunto assassino, anche se reo confesso, rinchiuso in carcere con l’accusa di omicidio, aveva dichiarato di conoscere la vittima, uccisa […]