Profughi, nuovi progetti del Comune per coinvolgerli in attività socialmente utili


Ad oggi attività come pulizia di spazi verdi ed interventi di cura del patrimonio comunale hanno riguardato solo 60 su 800 profughi accolti a Prato. Siamo alla vigilia del rinnovo della convenzione – richiesta dalla Prefettura – tra il Comune di Prato e le realtà associative del territorio per coinvolgere i richiedenti asilo in attività di volontariato. Caritas, Arci e gli enti che gestiscono l’accoglienza hanno già aderito al progetto, che l’amministrazione vorrebbe ampliare, per aumentare il numero dei partecipanti e dare piena concretezza al recente decreto Minniti.

“Nello specifico l’ultima mansione attivata dal Comune è la ripulitura dell’ovale intorno al Bisenzio – spiega il vicesindaco con delega all’Immigrazione Simone Faggi – ma questo non basta e l’amministrazione e da sola non riesce a garantire il coinvolgimento delle centinaia di profughi accolti. Al progetto ‘Accoglienza straordinaria e impegno civile’ si uniranno altre realtà: si sono dichiarate disponibili Vab, Legambiente e Croce Rossa, verificheremo se ci sono altre associazioni, oggi (ieri Ndr) è l’incontro giusto per farlo”.

Quel di cui il Comune va in cerca è una progettualità specifica, circoscritta: a suo carico sarà il rimborso dei costi relativi alla stipula delle assicurazioni. All’incontro preliminare con il Comune erano presenti una quindicina di associazioni. Alcune tra quelle che già hanno attivato nei due anni passati progetti ad hoc per i profughi hanno parlato di esperienza positive, anche se non esenti da qualche difficoltà, come racconta Andrea Masti, della società Alia, che nel 2015 e nel 2016 si è avvalsa della collaborazione dei richiedenti asilo per la pulizia delle piste ciclabili: “E’ stata un’esperienza più che positiva e i ragazzi si sono sempre impegnati molto, dimostrando a tutti che non sono qui solo per andare su Internet. L’unica criticità è che, dopo lo slancio iniziale, molti di loro hanno perso motivazione e si nota un decadimento dell’intero sistema. Occorrerebbe che siano seguiti maggiormente dalle strutture o dagli uffici comunali”.

LS

 

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