3 Ottobre 2017

Molestie sessuali su sette bambine, chiesta condanna a 7 anni e 4 mesi di reclusione


Sette anni e 4 mesi di reclusione: è la richiesta del pubblico ministero Egidio Celano nei confronti dell’operaio edile di 42 anni accusato di violenza sessuale nei confronti di minorenni. Il processo, con rito abbreviato, si è celebrato oggi e la sentenza è attesa tra un mese. L’uomo, attualmente ai domiciliari dopo aver trascorso un anno sottoposto a custodia cautelare in carcere, è accusato di aver avvicinato bambine e ragazzine all’uscita da scuola e di averle palpeggiate nelle parti intime, dopo averle condotte, con una scusa, nell’androne di alcuni palazzi.
Per sette episodi, il pubblico ministero ha chiesto la condanna: dagli 11 anni di pena edittale, si è scesi alla richiesta di sette anni e 4 mesi considerando lo sconto di un terzo previsto per il rito abbreviato.

La pubblica accusa ha ritenuto equivalenti le aggravanti – tra cui quella di aver preso di mira bambine sotto i 14 anni di età (tra le vittime c’è anche una undicenne) – alle attenuanti generiche. L’imputato, difeso dall’avvocato Lorenzo Baldassini, nel corso del processo ha chiesto pubblicamente scusa e ha voluto mettere a disposizione delle famiglie delle 8 bambine una somma complessiva di 32 mila euro, ottenuta con il trattamento di fine rapporto della ditta per cui lavorava. Un’offerta non condizionata alla rinuncia ad ulteriori risarcimenti che potranno essere disposti dal giudice, anche in sede civile. Nella sua arringa, l’avvocato difensore ha sottolineato che la condotta dell’indagato è avvenuta senza l’uso della violenza, chiedendo che sia considerata la lieve entità delle molestie.

L’uomo, vestito con abiti da lavoro, avvicinava le proprie vittime, chiedendo loro di aiutarlo a prendere le misure di una porta o di una finestra: con questa scusa le conduceva all’interno di alcuni palazzi, dove si lasciava andare a palpeggiamenti. Nel corso delle indagini, i casi su cui si era posata la lente della squadra mobile erano stati una dozzina. I sette episodi contestati a Prato risalgono al periodo tra il 2014 e il 2016, tranne uno avvenuto nel 2011.

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