20 Dicembre 2017

Interporto, presentato alla città il nuovo Piano industriale: espansione per 200mila metri quadri e una piattaforma intermodale amica dell’ambiente FOTO


Possibilità di espansione per oltre 200mila metri quadri (di cui circa 78mila coperti), sviluppo intermodale gomma-gomma e gomma-ferro, con vantaggi concreti in termini ambientali, e un diverso assetto logistico, più al servizio del Polo fieristico fiorentino. Sono i tre assi di intervento che consentiranno, entro il 2020, di dare un nuovo impianto organizzativo e operativo all’Interporto della Toscana Centrale, che si candida a diventare il nuovo centro intermodale della Toscana per il trasporto merci.

Il grande polo di movimentazione si estende oggi su una superficie di oltre 700mila metri quadri, fornendo servizi a più di 60 aziende, ma sono diversi i margini di crescita che il nuovo management (rappresentato dal Cda, insediatosi a luglio 2016, e dal nuovo direttore generale, arrivato nel febbraio 2017) ha individuato e analizzato all’interno del Piano industriale 2018-2020.

Il documento è stato presentato ufficialmente questo pomeriggio, durante il convegno “Sviluppare l’intermodalità per rispettare l’ambiente”, che si è svolto all’interno dell’ex Chiesa di San Giovanni: una occasione preziosa di confronto sulle strategie da mettere in campo, condivise e discusse insieme ad alcuni rappresentanti istituzionali che detengono quote della società.

All’incontro hanno partecipato il presidente dell’Interporto Ivano Menchetti e il direttore generale Daniele Ciulli, che ha illustrato in dettaglio il nuovo Business Plan. Sono intervenuti al tavolo di lavoro, l’assessore regionale alle Infrastrutture Vincenzo Ceccarelli, il vice-presidente di Confindustria Toscana Nord Andrea Tempestini, il vice-presidente di Cna Toscana Centro Claudio Bettazzi e il presidente di Confartigianato Imprese Prato Luca Giusti. La conclusione è stata affidata al sindaco di Prato Matteo Biffoni.

L’evento di oggi arriva al termine di un lungo lavoro durato mesi – ha sottolineato il presidente dell’Interporto Ivano Menchetti -. Adesso inizia il percorso concreto che porterà, come ci auguriamo, al decollo del sistema intermodale, il nodo centrale del nostro piano di sviluppo. Contiamo, con le nuove strategie, di ottenere tre risultati importanti: un incremento degli utili della società, da qui al 2020; una migliore organizzazione dei servizi di trasporto e benefici ambientali, dettati dallo sviluppo intermodale; e un incremento dell’occupazione diretta e indiretta, per un totale di almeno 15 persone”.

Prevediamo di far partire, nel 2018, almeno una coppia di treni a settimana, con aumenti progressivi negli anni successivi. Nel 2020 potremo far partire 5 coppie di treni alla settimana – ha fatto notare il direttore generale Daniele Ciulli -. Secondo le nostre stime, i ricavi passeranno da 270mila euro nel 2018 a 810mila nel 2019, fino ad arrivare a superare 1 milione e 350mila euro nel 2020. Ricavi legati, lo ripeto, alla sola piattaforma intermodale”.

PIANO INDUSTRIALE 2018-2020: TRE LINEE DI SVILUPPO

Sono tre, come detto, le principali strategie di sviluppo che la nuova dirigenza intende perseguire per accrescere le potenzialità dell’Interporto, con benefici anche per il tessuto economico locale.

  • IMMOBILIARE: Un ambito di intervento è quello immobiliare: il Piano prevede la costruzione di 13mila metri quadri di nuovi capannoni da affittare e di 32mila metri quadri di spazi adibiti a parcheggio, per un totale di circa 100 nuovi posteggi. Un’altra area centrale per il futuro è la porzione di terreno al confine con Campi Bisenzio: 160mila metri quadrati su cui nasceranno altri capannoni (circa il 40% del totale della superficie sarà coperta), al servizio delle aziende già presenti all’interno dell’Interporto o di nuovi soggetti che si insedieranno. Le strutture saranno collegate a doppio filo con la parte intermodale, il vero elemento trainante dello sviluppo dell’infrastruttura.

  • INTERMODALE: L’investimento sulla piattaforma intermodale è considerato il punto cardine del Business Plan, il cuore del piano triennale. Il progetto consentirà di connettere l’Interporto con l’asse nord-sud d’Italia, attraverso collegamenti ferroviari, e di creare percorsi di scambio merci – sempre tramite binari o trasporto su gomma – con i principali porti, primi fra tutti La Spezia e Genova. Questa operazione prevede di produrre ricavi che, a regime (ovvero nel 2020), ammonteranno a un milione e 350mila euro.

    Oltre alla movimentazione delle merci, il polo pratese potrà giocare un ruolo chiave anche come punto di deposito vuoti: il servizio sarà attivo dal prossimo gennaio, mentre i primi treni per il trasferimento dei prodotti su binari partiranno entro i primi tre mesi del 2018. Questo sistema virtuoso creerà un beneficio significativo in termini ambientali: solo per fare un esempio concreto, il trasporto merce tra La Spezia e Prato vedrà dimezzato il consumo di energia impiegata (quindi, i costi) e una riduzione di 2/3 dell’anidride carbonica immessa nell’atmosfera. La piattaforma intermodale permetterà infine di ampliare il ventaglio di possibilità commerciali per l’Interporto e per le aziende locali, trasformandosi in potenziale snodo per i collegamenti import/export con la Cina.

  • LOGISTICO: Una riorganizzazione interna sarà attuata per rendere più efficienti le procedure. Per quanto riguarda i corrieri, sarà creato un unico punto per la distribuzione delle merci, concentrando le forze in un solo magazzino. Ma l’Interporto intende porsi ancora più al servizio di fiere e congressi, in particolare del Polo fieristico fiorentino: l’obiettivo è diventare il punto di approdo di materiali per l’allestimento di eventi e manifestazioni alla Fortezza Da Basso, diminuendo di fatto l’impatto sul traffico stradale e abbattendo l’inquinamento.

Un ultimo dettaglio sulla futura trasformazione dell’Interporto: nell’attuale area di parcheggio che sorge lungo la Perfetti Ricasoli si insedierà un distributore di LNG (gas naturale liquefatto), la nuova frontiera dell’alimentazione per i trasporti su camion. Il distributore servirà le aziende interne all’Interporto ma anche nuove flotte di camion in arrivo da altre parti della Toscana: il più vicino servizio di questo tipo si trova a Pontedera. Sono 11, ad oggi, i punti di distribuzione LNG in Italia.

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